CIVITAVECCHIA - "La conferenza dei servizi sul biodigestore si è chiusa positivamente per l’azienda nonostante il parere negativo dell’Amministrazione Comunale e della locale Asl. A nulla è servito neppure la delibera votata all’unanimità in Consiglio comunale, con la quale si vieta nella propria zona industriale qualsiasi lavorazione di rifiuti o frazioni merceologiche derivanti dal ciclo dei rifiuti. Appare quindi del tutto inutile che il segretario del Pd si sbracci nell’affermare che la decisione discenda dall’esito della conferenza dei servizi slegato dalla volontà della Regione Lazio. Purtroppo dimentica che il Direttore del dipartimento Rifiuti è stato appena nominato dal Presidente Zingaretti e non da qualche ente fantasma".

Anche il consigliere comunale di Ripartiamo dai cittadini Vittorio Petrelli interviene sulla questione legata all'impianto di biometano a Monna Felicita.
"Comunque sia, tutto porta inevitabilmente a ragionare su quanto dovrebbe essere posto al centro dell’attenzione generale e cioè del come si intenda affrontare e risolvere il trattamento dei rifiuti - ha aggiunto - la situazione che stiamo vivendo dovrebbe richiamare tutti, la Regione Lazio come la nostra Amministrazione comunale e la Comunità cittadina, al senso di responsabilità e attenzione: se in tema di rifiuti non sceglieremo noi, saremo destinati a subire quelle di altri oppure dire no a prescindere. Quando la Comunità locale non programma le decisioni, si lascia spazio all’iniziativa dei privati che ovviamente privilegiano il profitto ma ignorano le esigenze del Territorio e della sua popolazione. Occorre tener presente che gli impianti di digestione anaerobica con produzione di biometano rappresentano una delle soluzioni funzionali alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Si tratta di una tecnologia sostenuta dal Ministero della transazione ecologica che ne prevede persino, in uno specifico bando del PNRR, il finanziamento per le amministrazioni pubbliche che intendano dotarsene. Ciò nonostante, questa potrebbe essere un’opportunità per recuperare una situazione, per ristabilire, se altre opzioni non siano praticabili, una riduzione importante della taglia dell’impianto, favorendo una programmazione che risponda ai canoni dell’economia circolare, invocata in tutte le sedi e nello stesso Piano regionale dei rifiuti, ma non sacrifichi le necessità del territorio. Non appare difficile dimostrare che questo impianto sia sovradimensionato. La conferma arriva dalle altre proposte in itinere presso la Regione Lazio, alcune delle quali hanno già ottenuto il via libera dalla conferenza dei servizi: a Tivoli un biodigestore da 38.000 ton/annue, a Frosinone un biodigestore da 50.000 ton/annue, ad Anagni un biodigestore da 84.000 ton/annue. Risulta anche che lo stesso Sindaco di Roma abbia chiesto ad Ama di promuovere la costruzione di ben due Biodigestori. Se quindi la Regione Lazio non intende risparmiare una nuova servitù legata al trattamento e smaltimento dei rifiuti - ha concluso Petrelli - occorre agire in modo tale che si adottino scelte con il minore impatto possibile ma che servano il nostro territorio".