TARQUINIA - Nel Lazio il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia sarà guidato dall’archeologo Vincenzo Bellelli, vincitore di concorso. Bellelli, 53 anni, è considerato un'autorità in fatto di Etruschi, ritenuto il più grande esperto di Cerveteri dove lavora da 20 anni.

Dirigente di ricerca al Cnr, è infatti in servizio all’Istituto di Scienze del patrimonio culturale ed è responsabile scientifico degli scavi archeologici nell’area urbana di Cerveteri.

Il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia comprende la necropoli della Banditaccia, la più estesa dell’area mediterranea, iscritta nel 2004 dall’Unesco nella lista del patrimonio dell’umanità; il museo archeologico nazionale di Tarquinia, che ha sede nell’antico Palazzo Vitelleschi e conserva tra l’altro il celebre altorilievo dei cavalli alati provenienti dagli scavi dell’Ara della Regina; la necropoli di Monterozzi. Siti che complessivamente hanno registrato oltre 153.000 visitatori nel 2019.

La nomina di Belelli è soltanto una delle sei nuove cariche annunciate dal Ministero della Cultura. Tutti piuttosto giovani, accomunati da una formazione internazionale e da una forte propensione alla ricerca scientifica. I sei nuovi direttori sono assegnati ad altrettanti musei autonomi, uno di nuovissima istituzione che aprirà a Milano per dare lo spazio che mancava all'arte digitale.

Nelle scelte si conferma la svolta impressa dalla direzione generale musei, da poco più di un anno al lavoro, sotto la direzione di Massimo Osanna, sul progetto di modernizzazione della rete museale italiana.

«I musei italiani sono cambiati profondamente in questi anni e sono oggi un'eccellenza riconosciuta nel mondo, perché a guidarli sono andate le persone giuste attraverso rigorose selezioni internazionali - sottolinea il ministro Franceschini - l'incrocio tra autonomia e qualità dei direttori ha permesso di compiere importanti passi avanti».

L'idea, spiega all'Ansa il dg Osanna, è quella di «dare alle gestioni un taglio attuale e nel contempo rispettoso di imprescindibili priorità», come la messa in sicurezza e un piano di manutenzione ordinaria per i siti archeologici ad esempio, che è poi quello che è stato fatto a Pompei con il Grande progetto che ne ha garantito il rilancio.

Una strategia che ora viene replicata in altre situazioni, come il nuovo parco archeologico di Sepino, in Molise, piccolo gioiello che la selezione ha affidato nelle mani di Enrico Rinaldi, 53enne professionista che accomuna nelle sue competenze una doppia anima di archeologo e architetto. Rinaldi ha lavorato proprio sul piano di manutenzione ordinaria a Pompei, e prima ancora ne aveva progettato uno per il Parco archeologico di Ostia Antica. Per questo è stato ritenuto la persona più adatta per andare ad occuparsi di Sepino, realtà particolarissima e fragile dove le antichità romane sia affiancato a quelle medievali e moderne.

La grande novità è comunque il nuovo Museo dell'Arte digitale che apre a Milano, primo museo pubblico al mondo nel suo genere, dedicato alla cultura e ai linguaggi artistici del digitale. Annunciato nel giugno scorso, sarà allestito nei locali dell'ex Albergo Diurno di porta Venezia, lo spazio sotterraneo in stile liberty che si estende sotto piazza Oberdan ed entrerà in dialogo con Meet, il centro internazionale di cultura digitale voluto da Fondazione Cariplo, che ha aperto nel 2020 nell'ex Spazio Oberdan. Il restauro degli spazi richiederà ancora un po' di tempo, l'apertura dovrebbe essere nel 2024, ma il nuovo museo, assicura Osanna, partirà subito proprio grazie alla disponibilità e alla collaborazione del vicino Meet.

Ilaria Ester Bonacossa , 49 anni, storica dell'arte e curatrice con un curriculum di peso nel contemporaneo, alla guida di Artissima dal 2017 al 2021, ma anche direttrice del corso di Master Accademico in «Contemporary Art Markets» alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, è stata ritenuta il profilo giusto per il lancio di questa nuova realtà voluta dal Mic con un finanziamento di 6 milioni di euro.

Si occupa da sempre di arte contemporanea anche Andrea Viliani, 48 anni, storico dell'arte e curatore di fama internazionale, legato in particolare al Madre di Napoli. Il suo profilo, così interessato ai linguaggi dell'oggi, è stato volutamente scelto per la guida e il rilancio del romano Museo delle civiltà, istituzione prestigiosa e imponente che raccoglie le collezioni di una serie di importanti e vetusti istituti, dal preistorico Pigorini al museo dell'alto Medio Evo, dall'ex Museo Coloniale (oggi intitolato a Ilaria Alpi) all'orientale Tucci. La missione affidata a Viliani sarà di traghettare questo insieme di tesori nella contemporaneità, un lavoro che aprirà anche una collaborazione con Bonacossa e il suo Museo dell'Arte digitale, in un inedito asse Milano-Roma.

E ancora, a Paestum e Velia, rimasti senza un direttore dopo la promozione di Gabriel Zuchtriegel a Pompei, arriva Tiziana D'Angelo, 38 anni, un'archeologa che si è formata ad Harvard e ha lavorato al Met di New York, autrice di un poderoso volume sulle tombe dipinte di Paestum, una cattedra all'Università di Nottingham (Gb). Osanna ne è convinto:«Continuerà l'ottimo lavoro di Zuchtriegel».

Per finire con la Pinacoteca di Siena, da oggi affidata alle cure dello storico dell'arte francese, Axel Hémery, attuale direttore del Musée des Augustins di Tolosa. Per i musei pubblici italiani, assicura Osanna, «un passo avanti verso una nuova era fatta di collaborazioni fra realtà diverse, digitalizzazione, cura del passato e grande attenzione alla ricerca, ma anche spazio per il contemporaneo e i nuovi linguaggi».

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