CIVITAVECCHIA - Anche i Vigili del fuoco di Civitavecchia furono in prima linea nei soccorsi dopo la tragedia avvenuta al Giglio. E anche loro non si sarebbero aspettati certo di trovarsi di fronte a quello scenario
Poco prima della mezzanotte, la sala operativa di Roma allertò gli uomini della caserma Bonifazi. Attorno alle 3 del mattino il nucleo nautico e la squadra operativa terrestre, 10 Vigili del fuoco in totale, arrivarono sul luogo della tragedia a bordo della motonave M07. Ricordano bene quei momenti gli uomini della Bonifazi. Anche in questo caso notizie frammentate, nessuna certezza.

«Una situazione apocalittica - ricordano - sembrava di essere davanti ad una scena del Titanic, di quelle che si vedevano nei film Una scena surreale e drammatica». Nessuno si aspettava una cosa del genere. Anche salire a bordo della Concordia, in quei momenti, era un’impresa. Per molti di loro, abituati ad essere in prima linea sempre, quello è stato un momento di vera incertezza, di paura anche per la propria incolumità. Un marittimo, risalito a bordo per aiutare nei soccorsi, fece capire ai Vigili del fuoco presenti in quel momento che la nave non era stabile e sicura: bisognava fare presto e stare attenti. Il personale della Bonifazi rimase sul posto per circa due settimane, alternandosi con turni di 24 ore, sbarcando ed imbarcando a Porto Santo Stefano. Gli abitanti del Giglio, lo ricordano bene da Civitavecchia, furono eccezionali e non fecero mancare nulla ai soccorritori in quel periodo: un caffè, una bevanda o un pasto caldo, un semplice sorriso o un ringraziamento di cuore.

Il senso di inquietudine di quelle prime ore sotto la Concordia non lo dimenticano: i rumori metallici, la salita a bordo in cerca di superstiti, i fari accesi di notte per aiutare il personale Saf immerso nei corridoi sono un ricordo ancora vivo. Lo è anche il silenzio appena arrivati davanti alla nave. «La sagoma in lontananza e poi quel gigante naufragato - raccontano - ci ha lasciati senza parole. Appena arrivati sotto la nave abbiamo avuto la consapevolezza di affrontare una situazione inverosimile e terribile».