CIVITAVECCHIA - Dieci lunghi anni. Tanti ne sono trascorsi da quel 13 gennaio 2012. Erano le 21.45 quando la Costa Concordia, da poco salpata da Civitavecchia, diretta a Savona nell'ambito di una crociera nel Mediterraneo, urtò il più piccolo degli scogli de Le Scole, a circa 500 metri dal porto dell'Isola del Giglio. L'incidente provocò uno squarcio di 70 metri nello scafo, con la nave che si adagiò su un lato fino ad affondare nelle acque poco profonde dell'isola. A bordo 4.229 persone tra passeggeri ed equipaggio: 32 di loro non fecero più ritorno a casa.  Fu la più grave tragedia in mare dei tempi del Titanic, con la Concordia che resta la nave passeggeri di più grosso tonnellaggio ad aver subito questa sorte. A finire sotto processo il comandante della nave Francesco Schettino per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave: è stato condannato in appello e Cassazione a 16 anni, oltre all'interdizione per 5 anni da tutte le professioni marittime.
Dopo dieci anni è tutto ancora fisso nella mente di chi, in poche ore, partì da Civitavecchia per raggiungere l’Isola del Giglio.