CIVITAVECCHIA - Non c’è pace a Molo Vespucci. Una nuova tegola si è infatti abbattuta sulle casse dell’ente che, considerate le dichiarazioni del presidente Francesco Maria di Majo, forse proprio non si aspettava questa mossa da parte di Compagnia porto di Civitavecchia, la società ex concessionaria della Darsena Grandi Masse. Il contenzioso tra la Compagnia e l’Authority, infatti, si è fatto oggi concreto, alla luce del lodo arbitrale - impugnato da Molo Vespucci - che aveva riconosciuto al gruppo Gavio circa 9,5 milioni di euro. Lodo dichiarato esecutivo a giugno con Molo Vespucci che, entro 120 giorni e quindi entro il 23 ottobre, avrebbe dovuto corrispondere alla società gli oltre 9,5 milioni di euro. Compagnia porto ha quindi notificato, senza effetto, un atto di precetto all’Adsp concedendo dieci giorni di tempo. A quel punto, il 5 novembre scorso, è arrivato l’atto di pignoramento presso terzi da parte del Tribunale cittadino. Si tratta di una ventina di società, imprese, agenzie marittime di cui l’Authority è creditrice. Una esecuzione forzata, tra società, conti correnti, depositi bancari e titoli dell’Adsp, fino alla concorrenza di circa 16 milioni, pari all’ammontare della somma precettata aumentata della metà. «Riteniamo alquanto inopportuno – commenta il presidente Francesco Maria di Majo – il tentativo di esecuzione iniziato dalla Compagnia Porto di Civitavecchia tenuto conto della impugnazione dei lodi arbitrali avanti la Corte di Appello di Roma e dell’imminente discussione della sospensione della esecutività degli stessi alla prossima udienza del 21 novembre fissata per le ore 11,30. Riteniamo, inoltre, invalido il precetto in quanto viziato da gravi errori e a tal fine, presenteremo a breve opposizione anche all’esecuzione».