CIVITAVECCHIA - Un logo semplice, ‘‘Radioterapia Civitavecchia sì’’. Ma che racchiude un segnale chiaro, una richiesta che arriva direttamente dal basso, dal territorio, per chiudere il cerchio ed evitare il pendolarismo oncologico con Viterbo, Roma e Grosseto. L’iniziativa sta prendendo piede sui social, ideata dall’Adamo - l’associazione che si occupa da anni dall’assistenza domiciliare ai malati oncologici - e in particolare dal vice presidente Angelo Lucignani. Un logo da poter utilizzare in ogni occasioni, in eventi, serate, sugli stessi social. Per sensibilizzare e sottolineare la necessità di impegnarsi tutti, istituzioni in primis, per dotare il San Paolo della Radioterapia, tassello mancante nel percorso sanitario. «Il grido di allarme dell’associazione Adamo ci metta in guardia - spiega Lucignani - una sola associazione di volontari potrebbe più non riuscire a far fronte alla crescente richiesta di una terapia che a Civitavecchia non c’è». L’Adamo finora ha accompagnato i pazienti nei diversi ospedali. Nove i pullmini in dotazione, che però iniziano ad essere obsoloti: uno è già arrivato a 200mila km. I mezzi ibridi o elettrici stanno diventando una necessità, ma non sono alla portata dell’associazione che ha visto, negli anni, anche minori contributi economici ‘‘istituzionali’’. Solo lo scorso anno sono state 500 le persone che sono state accompagnate, ognuna della quali ha fatto dai 30 ai 45 viaggi, con i 35 autisti dell’Adamo che dal lunedì al venerdì svolgono un servizio fondamentale. Servizio che rischia di non poter essere più portato avanti in questi termini, se non si inverte la rotta dando risposte concrete al territorio.