CIVITAVECCHIA - Un’attesa che sta durando oltre il limite consentito. E la preoccupazione torna a salire, tra gli ex lavoratori del cantiere, ma anche nella comunità portuale. La situazione dell’area ex Privilege Yard è in stand by. Nonostante vi sia da mesi ormai chi ha acquistato all’asta sia lo scafo che lo stesso compendio industriale. Un paradosso per chi attende da mesi una risposta, un cenno in grado di schiarire un minimo il futuro. Ieri mattina, infatti, un gruppo di ex operai del cantiere ha messo in atto una protesta sotto la sede dell’Autorità di Sistema Portuale, con l’obiettivo di avere un confronto con il presidente Francesco Maria di Majo che però non è avvenuto, rimandato probabilmente ai prossimi giorni. La richiesta è quella di dare seguito al protocollo d’intesa siglato tre anni fa dall’Autorità Portuale e dalle organizzazioni sindacali, con Molo Vespucci che si sarebbe impegnata a favorire la ricollocazione dei lavoratori interessati dalla vertenza (nel caso di interessi terzi sull’area dell’ex cantiere Privilege) qualora si fosse verificata l’opportunità di attivazione di nuovi lavori, oppure in caso di incremento di lavorazioni in ambito portuale. Ad oggi, però, non c’è nulla di concreto. In più sono terminate sia la mobilità che l’indennità di disoccupazione. E così ieri mattina gli ex lavoratori hanno deciso di passare ai fatti. Sul posto anche la Polizia di frontiera. «Siamo in attesa di risposte già da un po’ - ha spiegato il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Casafina - è vero che, considerato quanto accaduto in precedenza, l’Authority necessita del giusto tempo per valutare tutto, ma è altrettanto vero che i lavoratori non possono più aspettare». 

Anche Unindustria è in attesa fiduciosa di risposte da parte dell’Adsp. «La Royalton - ha ricordato il presidente degli industriali Stefano Cenci - ha presentato il 16 maggio scorso i documenti integrativi richiesti da Molo Vespucci, all’interno dell’iter burocratico avviato già da mesi. Sappiamo che l’istruttoria dovrebbe essere ormai in fase di chiusura. Attendiamo con fiducia che arrivi l’autorizzazione al subingresso in modo da far ripartire finalmente quel cantiere». 

Nel frattempo i traffici portuali non vivono un momento florido, tutt’altro. Anche la possibilità, quindi, per i lavoratori ex Privilege di essere impiegati in altre lavorazioni, nel caso di incremento di traffici, appare difficile, se non impossibile. A questo punto è necessario un segnale concreto.