CIVITAVECCHIA -  "I lavoratori, il sistema portuale e la città corrono il rischio di pagare l’ennesimo alto prezzo, sedotti e abbandonati; dobbiamo pretendere investimenti, trasparenza e progettualità condivisa, oggi nonostante le giuste iniziative messe in piedi dalle istituzioni a tutti i livelli, non si vedono prospettive risolutive e questo è forse l’ultimo treno che questo territorio non può permettersi di perdere". È l'amara considerazione del segretario della Filt Cgil Alessandro Borgioni che interveniene sulla vertenza Enel, legata al futuro della centrale di Tvn, coinvinto che le azioni di protesta dei metalmeccanici "rischiano di fare da apri pista ad un’estate che si paventa caldissima. Anche il mondo portuale - ha infatti ricordato il sindacalista - dopo un’attenta analisi dei primi 6 mesi, certifica un dimezzamento dei volumi del carbone scaricato presso la centrale, oggetto della pesante vertenza condotta lo scorso anno, con conseguenti possibili ricadute occupazionali, a questa criticità si aggiunge una consistente diminuzione di entrate per l’Adsp derivanti dalle tasse portuali, di cui vorremmo sentire il pensiero in proposito".



Consapevole che il processo di uscita dal carbone sia irreversibile, secondo Borgioni quanto sta accadendo pone una serie di riflessioni. 



"Pochi mesi fa l’Enel ha indetto una gara, da noi fortemente contestata - ha ricordato - dove si appaltava prima e assegnava poi  lo scarico di oltre 4 milioni di tonnellate di carbone, con rassicurazioni sulle quantità lavorate. Cosa è successo per un cambiamento di scenario come quello che stiamo vivendo? Come è possibile che un colosso dell’energia non sia stato in grado di programmare un evento di tale portata? Francamente risulta poco credibile l’imprevedibilità dei consumi, ad essere maliziosi verrebbe da pensare che si sia trattato semplicemente di un cambiamento di strategia dettata dall’introduzione della carbon tax, che potrebbe avere fatto diventare più conveniente produrre energia da altre fonti. Un dato di fatto risulta però evidente - ha aggiunto il segretario della Filt Cgil - i soggetti coinvolti nel lavoro hanno programmato nel tempo le attività e la forza lavoro da utilizzare, ed oggi alla luce degli accadimenti potrebbero dover rivedere determinate posizioni, che come sindacato dobbiamo evitare a tutti i costi non possono essere sempre i lavoratori a pagarne le conseguenze". E così si chiede come pensa di comportarsi Enel anche nei confronti del porto stesso, ricordando il precedente interesse dell'azienda al progetto della darsena grandi masse entrando nella società Compagnia Porto Civitavecchia. Da qui la proposta relativa alla possibile realizzazione, in fase di riconversione della centrale, di un bacino di carenaggio e/o una banchina destinata al traffico commerciale, per completare la struttura portuale. "In questo modo- ha concluso Borgioni - si darebbe un grosso impulso ad una comunità nella sua interezza, che comunque molto ha dato all’Enel e che vive una fase di oggettiva difficoltà lavorativa".



Intanto prosegue lo sciopero dei metalmeccanici che domani incroceranno le braccia per altre otto ore, dando appuntamento ai cittadini alle 10 fuori i cancelli della centrale per un'assemblea pubblica; sabato e domenica, invece, lo sciopero indetto da Fiom Cgil e Uilm riguarderà prestazioni in straordinario, in reperibilità e tutte quelle riguardanti le flessibilità. 



Per le 15.30 di domani, infine, la vertenza torna a Palazzo del Pincio dove il sindaco Ernesto Tedesco ha convocato il tavolo permanente del lavoro, alla presenza di tutti gli attori coinvolti in questa partita: rappresentanze di Enel, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria, dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico, oltre ai parlamentari e consiglieri regionali del territorio e ai consiglieri comunali.