di MATTEO CECCACCI



Un fatto insolito ma che sta realmente accadendo in città.

La questione riguarda il settore giovanile cittadino. Il tutto è iniziato nel mese di maggio, subito dopo le pesantissime retrocessioni di tre categorie Elite nei Regionali dell’agonistica del Civitavecchia Calcio 1920 unita alla Leocon nella stagione 2018/2019, che deteneva ben quattro massimi campionati regionali giovanili: Under 19, Under 17, Under 15 e Under 14.

Attenzione, quanto stiamo per denunciare prescinde dal fatto che numerosi giovani talenti locali si trovano, nonostante sia già iniziata da due giorni la stagione estiva, fuori città per svolgere degli stage e dei provini con molte squadre del litorale che hanno l’Elite.

Il problema? Per molti potrebbe non esserci, ma ad oggi sono tante le segnalazioni di genitori che si sono dichiarati dispiaciuti per quello che stanno trascorrendo con i propri figli in questo periodo post stagione, appena dopo la clamorosa disfatta del settore giovanile del primo club della città.

Si sa, i calciatori, che siano della prima squadra o dell’agonistica, le vacanze non è che ce l’hanno, al massimo qualche giorno di relax a luglio, perché poi ad agosto ecco che iniziano le preparazioni, i raduni e le stancanti sedute di allenamento.

Allora perché molti giocatori non restano a Civitavecchia? Una domanda che può sorgere spontanea, ma a questo punto è giusto spiegare che i tre campionati Provinciale, Regionale ed Elite alzano di molto l’asticella della qualità del gioco e per i cosiddetti ‘‘più bravi’’ che ambiscono al professionismo è più che comprensibile la voglia di militare in un palcoscenico di nome Elite.

In sostanza, Civitavecchia aveva quattro categorie Elite: Under 19-anno 2001, Under 17-anno 2002, Under 15-classe 2004 e Under 14-2005. Di queste squadre, l’Under 19 è retrocessa nei Regionali dopo tre anni e l’Under 17 addirittura dopo sei, per non parlare dell’Under 14 che dopo aver disputato un’annata straordinaria nella stagione 2017/2018 quest’anno non è riuscita a superare la missione ‘‘mantenimento della categoria’’. Dunque, un disastro per la gioventù calcistica civitavecchiese che oggi si trova a vivere una situazione veramente critica. Le restanti squadre del litorale, partendo dal Ladispoli e Sff Atletico, arrivando a Roma con le agguerrite Urbetevere, Vigor Perconti e Tor di Quinto stanno cogliendo la palla al balzo contattando tanti piccoli talenti. Sono molte infatti le mamme e i papà che già dalla scorsa settimana stanno viaggiando con i figli alla volta di altre realtà calcistiche del litorale e della capitale. Dal 2001 al 2005, sono molti i giovani promettenti che vogliono disputare l’Elite, la vetrina che molto spesso consente a tanti giocatori di volare nel professionismo.

E con lo studio? Altro quesito che si pongono tante mamme. D’altronde fare come minimo tre volte a settimane avanti e indietro non è sicuramente una cosa facile per i tanti calciatori che dovranno anche studiare.

Al momento il contesto non è dei migliori, la realtà parla chiaro: Civitavecchia Calcio 1920, Cpc2005, Dlf, Leocon e Csl Soccer. Le cinque principali squadre della città che fino allo scorso anno grazie alle giovanili nerazzurre-bianconere vantavano quattro categorie Elite, oggi non ci sono più. Ci sarebbe soltanto l’Under 15 Elite che si è salvata, ma a dire la verità nell’organigramma tecnico del Civitavecchia Calcio 1920 non risulta. Com’è mai possibile una cosa del genere? Che fine ha fatto la squadra classe 2004? Forse una svista? Chi se la tiene? Insomma, tante domande e un danno enorme da riparare. Al Tamagnini intanto stanno iniziando serrate selezioni: l’Under 19 addirittura l’ha svolta settimane fa a porte chiuse.

L’obiettivo comunque sarà rilanciare un settore giovanile sconfitto, con l’obbligo di riottenere quanto prima le tre categorie Elite perse. Il danno al momento è irreparabile. Serve quanto prima una ripresa.

Oggi però vedere tanti bravi talenti civitavecchiesi costretti ad andare fuori città per giocare è qualcosa di veramente brutto, a tratti indescrivibile. È una sconfitta che fa molto male.