di TONI MORETTI



CERVETERI - Non accenna ad arrestarsi la polemica montata sulla necessità ravvisata dalla Amministrazione comunale a promuovere ed incentivare la nascita di un consorzio-condominio così come proposto dalla Multiservizi per portare a risoluzione il problema della fornitura dell’acqua irrigua per le case coi giardini di Cerenova, che si interromperà a breve per improvvise difficoltà tecniche intervenute. Come si ricorderà, il problema presentato come una emergenza, in questa forma è stato contestato dall’avvocato Temofonte, coordinatore della Lega a Cerveteri e dal consigliere comunale Anna Lisa Belardinelli di Fratelli d’Italia che hanno animato un fronte del no, il primo organizzando un banchetto proprio a Cerenova dove sono stati distribuiti migliaia di volantini e la seconda con la richiesta di documenti, attraverso un “accesso agli atti” che avrebbero provato che l’emergenza era stata artatamente costruita in quanto se il problema era la decadenza della convenzione col consorzio Tevere, fornitore dell’acqua, con la Multiservizi che la gestiva, questi, già dal 2018 aveva invitato la Multiservizi con una lettera a formulare una nuova bozza di convenzione sulla quale si sarebbe dovuto trovare un accordo. La responsabilità, che diventa subito un accusa che si muove alla Multiservizi è quella di aver fatto scadere i termini fissati dal consorzio di bonifica per la risposta arrivando così alla fine della convenzione senza possibilità di un rinnovo e trovandosi nella condizione di proporre il consorzio condominio come unica soluzione possibile per non rimanere senza acqua per i giardini. A poco è servito alla Multisevizi dimostrare in una videoconferenza stampa visibile ancora sulla sua pagina FB che in effetti nel periodo citato ci sono stati ben sette contatti, sia pure informali con Agro Romano e che l’impossibilità tecnica che non permette alla municipalizzata di continuare nella gestione del servizio si evince da una comunicazione scritta dallo stesso fornitore nella quale emergono due condizioni inibitorie rispetto ai rapporti del passato. La prima un aumento del prezzo che passava da 18centesimi di euro al m/cubo a sessanta centesimi, la seconda è il divieto alla Multiservizi di poter rivendere il prodotto, quindi portando a decadenza il fine della convenzione, da qui l’idea di suggerire un condominio che stipulasse un rapporto diretto di fornitura. L’inserimento poi nella questione di altri personaggi che in forma più o meno anonima hanno divulgato la costituzione di un consorzio che nel tempo avrebbe dovuto prendere in carico quei servizi come per esempio la gestione del verde pubblico e l’illuminazione, attualmente gestiti dalla partecipata, ha rafforzato nell’immaginario il sospetto nei confronti dell’Amministrazione Comunale di creare le condizioni di sfilarsi da una situazione che avrebbe scaricato costi su di essa scaricandoli a sua volta su cittadini già gravati dalle tasse. Anche se leggermente fuori tempo per quanto riguarda la cronologia mediatica, arriva anche la nota dei consiglieri di opposizione De Angelis ed Orsomando che nel rivendicare che già da tempo hanno iniziato la loro battaglia contro il consorzio irriguo di Cerenova che definiscono un “Carrozzone”.