LADISPOLI – Si accendono i riflettori sul sabbiodotto che l'amministrazione comunale intende realizzare per il ripascimento delle spiagge ladispolane. A sollevare dubbi sulla sua realizzazione è il Movimento civico Ladispoli Città dopo una lettera inviata dalla Regione Lazio agli amministratori di palazzo Falcone. «La giunta Grando – spiegano dal Movimento civico Ladispoli Città – con determina dirigenziale n.370 del 6/3/19, ha scelto di approvare il “campionamento delle analisi per la realizzazione del sabbiodotto sul nostro litorale, con affidamento alla Società Sub System Sea snc con determina successiva del 29 aprile n.657”, anteponendo lo svolgimento dell'attività di prelievo del sedimento prima ancora di avere un'autorizzazione per la stessa da parte della Regione (nota protocollata il 16 maggio 2019, numero 13040)». «La stessa Regione, a maggio 2019, fa presente al comune che: per “l'esecuzione di una movimentazione/dragaggio di volumi di sabbia da utilizzare ai fini di rinascimento o altre tipologie di gestione del materiale sabbioso” deve essere emessa un'autorizzazione in base al D.lgs 152/2006 e in conformità delle disposizioni previste al DM n. 173 del 15 luglio 2016. Autorizzazione che, secondo le informazioni in nostro possesso, non è mai arrivata». E dal Movimento civico Ladispoli Città puntano il dito contro la Giunta Grando: «Ci ritroviamo ancora una volta a confrontarci con chi crede che la cosa pubblica si possa gestire come fosse privata, senza riguardo, in uno stato di confusione che regna sovrano». In realtà, nella nota tirata in ballo dal Movimento civico Ladispoli Città, la Regione Lazio fa presente che “nella documentazione allegata non risulta comprensibile l'attività di prelievo sedimento da eseguire” e per cercare di sciogliere il “nodo al pettine”, pone due casi. Nel caso in cui ci si dovesse riferire a un'attività di “caratterizzazione ambientale con il prelievo di campioni in aree specifiche da eseguire con carotaggi o prelievi superficiali di sedimenti da sottoporre ad analisi qualitative”, la Regione parla chiaro: “per quanto di competenza nulla osta questa specifica attività”. Se invece si dovesse trattare dell'esecuzione di “movimentazione/dragaggio di volumi di sabbia da utilizzare ai fini del ripascimento”, allora sarebbe necessaria sì l'autorizzazione della Pisana prima di procedere.

E per quanto riguarda la realizzazione del sabbiodotto e la determina dirigenziale tirata in ballo dal Movimento civico Ladispoli Città, al momento l'amministrazione comunale starebbe effettuando solo dei campionamenti della sabbia, proveniente dai bacini del Sanguinara e del Vaccina per verificare che la sabbia da qui proveniente possa essere idonea al ripascimento delle spiagge. Ripascimento che dovrà mantenere le caratteristiche degli arenili ora esistenti: la tradizionale sabbia nera della città balneare.

Come spiegato dallo stesso vicesindaco e assessore al Demanio Marittimo Pierpaolo Perretta qualche mese fa, infatti, prima di dare l'ok alla realizzazione del sabbiodotto (che potrebbe essere realizzato in convenzione con gli stabilimenti balneare) bisognava procedere innanzitutto con il prelievo di campioni da analizzare per verificare la qualità della sabbia stessa. Solo successivamente, una volta ottenuti i risultati delle analisi si sarebbe dovuto individuare il metodo meno costoso e più semplice per trasportare la sabbia dalle foci dei fossi sulle spiagge. E al momento, come spiegato dallo stesso assessore al Demanio Marittimo si è semplicemente alla fase una: quella cioè, del campionamento delle analisi della sabbia proveniente dal Vaccina e dal Sanguinara. «Siamo davanti all'ennesimo polverone – ha detto Perretta replicando alle accuse del Movimento civico Ladispoli Città – con una politica che anziché promuovere dibattiti e comportamenti propositivi per la città, tenta di danneggiare il legittimo e corretto lavoro di questa Giunta che lavora per il bene della città». E lo stesso vicesindaco ha annunciato che nei prossimi giorni si preoccuperà di replicare approfonditamente ai consiglieri di minoranza per “confutare” la loro teoria.