ROMA - Un luogo a lungo inaccessibile, nascosto da una fitta boscaglia, abbandonato da decenni. Un luogo di cui si era quasi persa traccia che doveva servire a proteggere la famiglia reale qualora Roma fosse stata sotto attacco aereo. Il bunker di Casa Savoia, realizzato con ogni probabilità negli anni 1940-1942, torna ora alla luce.



Terminato il recupero, iniziato a metà ottobre dell'anno scorso, per il quale sono state necessarie 3mila ore di lavoro, il rifugio antiaereo diRe Vittorio Emanuele III sarà aperto al pubblico e potrà essere visitato da sabato prossimo. Saranno programmate, infatti, visite guidate curate dall'associazione 'Roma Sotterranea' che ha realizzato la ristrutturazione degli ambienti nell'ambito di un intervento promosso dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali,



Il bunker fu costruito all'interno di villa Savoia, a circa 350 metri in linea d'aria a nord della Palazzina Reale. Residenza della famiglia reale dal 1914, e ora villa Ada, il parco fu riacquistato da Vittorio Emanuele III nel 1904, dopo che era stata precedentemente venduto dalla famiglia reale. La struttura, di circa 200 metri quadri, era accessibile anche con le automobili dal momento che l'ingresso era a livello. Aveva una forma circolare ed era protetto da due porte d'accesso che pesano 1.200 chili l'una e furono realizzate colando del cemento all'interno della porta in ferro spessa 20 centimetri.



All'ingresso del rifugio campeggia un cartello in cui è scritto: 'La politica non violi questo luogo, da qui esca solo la storia'. Una frase che "si trova anche nel bunker di Soratte, particolarmente adatta per testimoniare che questa non è un'operazione nostalgica ma storica. Abbiamo messo questo cartello perché nessuno fraintenda", ha detto Adriano Morabita dell'associazione Roma Sotterranea.



Scendendo nel dettaglio, il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce ha spiegato che si tratta di "un bunker rimasto inaccessibile e probabilmente sconosciuto ai più per oltre 70 anni, da dopo l'abbandono della città da parte di Vittorio Emanuele III".



E' un luogo, ha continuato Parisi Presicce, "che ha delle caratteristiche molto particolari ed è stato concepito con degli aspetti ingegneristici e con il coinvolgimento di professionalità di altissimo livello per l'epoca. Le cinque porte blindate ci danno la misura di quanta capacità allora ci fosse nel concepire la salvaguardia di coloro che rappresentavano la massima Istituzione del tempo".



Dotato di ogni 'comfort', il bunker di casa Savoia era costituito da diversi ambienti. Al centro sorgeva una camera ad alta pressione sul modello tedesco, dotata di un sistema di filtri per la depurazione e il ricambio dell'aria. "Villa Savoia - ha poi ricordato Parisi Presicce - dal 1919 divenne residenza ufficiale della famiglia reale. Il Quirinale divenne, così, soltanto il luogo di lavoro del sovrano che non vi soggiornava insieme ai suoi cari".



Il restauro è stato "filologico e si è andato a a cercare tutto quello che era possibile recuperare e tutto quello che era possibile ricomporre usando o materiali originali o delle riproduzioni fedeli dell'epoca". L'apertura del bunker, ha poi sottolineato il subcommissario di Roma Ugo Taucer, rappresenta "la testimonianza del buon operare dell'amministrazione in sinergia con un'associazione che ha fatto un lavoro egregio".



"E' stato restituito dall'oblio alla fruizione della città un luogo che era stato dimenticato e lasciato al degrado, non per un'operazione di nostalgia ma per recuperare la memoria di ciò che siamo stati nel bene e nel male. Ci che siamo oggi non può prescindere da ciò che siamo stati ieri", ha concluso Taucer. Nel corso dell'inaugurazione, alla luce di un accordo con Asi (Automobilclub Storico Italiano) sono state esposte alcune auto d'epoca mentre, da quest'estate, mostre d'arte e spettacoli di rievocazione storica verranno realizzate nel bunker. (Adnkronos)