CIVITAVECCHIA - Chi è il misterioso imprenditore che in piena bufera di Mafia Capitale ha ceduto appena un anno dopo averlo acquistato il suo 50% della Nuova Frasca srl, la società che poco tempo prima aveva a sua volta acquisito il 90% della Campeggiatori Pineta La Frasca srl, divenuta proprietaria dell’area?

L’interrogativo si propone, tre mesi dopo che sulla proprietà e la compravendita del camping si erano accesi i riflettori per il possibile arrivo dei migranti, in seguito alle dichiarazioni rese al magistrato Paolo Ielo in uno degli ultimi interrogatori da Salvatore Buzzi, il capo della Coop 29 Giugno che - raccontando di essere sempre a caccia di immobili o spazi da affittare per l’emergenza abitativa o per l’immigrazione - ha messo a verbale che «tramite D.P. riuscimmo ad avere un campeggio di sua proprietà con 60 casette. E noi facemmo dei contratti d’affitto».

In una telefonata intercettata a luglio dello scorso anno Buzzi, parlando con Tiziano Zuccolo della Domus Caritatis (mentre l’immobiliarista D.P. chiudeva con il capo della 29 Giugno accordi in ordine al subaffidamento di servizi in cambio di una non partecipazione a due gare particolarmente importanti), secondo quanto riportato nella loro informativa dai Carabinieri, definiva un vero e proprio ‘‘accordo quadro’’ di turbative d’asta, che avrebbe visto gli operatori riconducibili a Zuccolo (e quindi alla galassia del gruppo La Cascina) vincitori delle gare che si sarebbero dovute svolgere a Civitavecchia. In particolare, Buzzi propose esplicitamente a Zuccolo la spartizione del bando su Civitavecchia: “Senti una cosa Tiziano, ma Civitavecchia, invece, facciamolo insieme, no?”, gli buttò là telefonicamente, convincendolo ad accettare. Il quadro, messo insieme alle altre dichiarazioni di Buzzi al pm, offre la netta impressione che, se ad inizio dicembre i Ros non avessero arrestato i principali protagonisti dell’inchiesta, la 29 Giugno e le altre cooperative facenti parte del ‘‘sistema’’ sarebbero di certo entrate nella gestione dei centri e degli alloggi destinati all’emergenza migranti. Fra cui, appunto, ci sarebbe dovuta essere la Frasca.

L’esplosione di ‘‘Mafia Capitale’’ ha invece scombinato i piani ed il cambio di rotta è arrivato anche a Civitavecchia. Dove per il campeggio della Frasca, nel tempo, sono stati fatti evidentemente diversi progetti.

Tutto parte da D.P. e ritorna a D.P., vero regista dell’iniziativa. Che prima ha costituito la Nuova Frasca srl tramite una delle proprie società ed insieme ad un suo amico, l’ex tronista di Maria De Filippi, Emanuele Salvatori, con lui a festeggiare nella sua villa romana anche nel video girato poche settimane fa mentre D.P. era agli arresti domiciliari e per il quale il Gip ne ha disposto il trasferimento a Regina Coeli.

Nel 2012 l’immobiliarista cede la quasi totalità delle quote ad una società toscana specializzata nella gestione di campeggi deluxe. Il progetto, però, evidentemente non va in porto.

E per la Frasca si aprono scenari diversi: il 13 febbraio del 2014 i fiorentini escono di scena. Le loro quote sono di nuovo acquisite dalla Rebecca Holding RE srl di D.P. e dal misterioso imprenditore che per garantire il proprio anonimato si serve di una fiduciaria. L’operazione è contestuale, quindi tutto lascia presumere che Mister X e D.P. agiscano insieme, che abbiano già rapporti imprenditoriali, che si conoscano a tal punto da diventare soci al 50%.

Si tratta con tutta probabilità di un personaggio locale, visto che nelle varie assemblee la fiduciaria delega a rappresentarla un noto professionista civitavecchiese. Dopo un mese dall’ingresso nella Nuova Frasca srl, il direttore generale dell’Arsial, Carlo Gabrielli, e Giacomo Vannucchi, allora presidente del consiglio di amministrazione della Campeggiatori Pineta La Frasca srl, sottoscrivono l’atto di vendita dell’area attualmente occupata dal camping, per la somma di 728 mila e 800 euro stimata dalla Ismea il 30 ottobre 2009.

Subito dopo, stando alle dichiarazioni di Buzzi nell’interrogatorio nel carcere di Cagliari, le casette mobili del campeggio sarebbero state affittate o comunque rese disponibili da D.P. per l’emergenza. Poi, però, da ottobre è un susseguirsi di eventi negativi per i proprietari della Frasca: a ottobre D.P. finisce ai domiciliari nell’ambito dell’indagine sulla concessione di un parcheggio a piazzale Clodio, e a dicembre scoppia Mafia Capitale, coinvolgendo Buzzi e lo stesso D.P. e convincendo evidentemente l’anonimo imprenditore ad uscire dall’impresa in tutta fretta: il 4 marzo di quest’anno la fiduciaria cede tutte le quote del proprio cliente alla signora Asara Maria Bice (madre di D.P.) ed alla Gi.Al. srl dell’imprenditore Giuseppe Aliberti, anche lui arrestato lo scorso anno insieme a D.P. per la vicenda del parcheggio. Pure la Rebecca Holding fa altrettanto, per far uscire, formalmente, dalla compagine sociale D.P., che resta però il deus ex machina di tutta la vicenda, con il suo amico ex tronista ancora amministratore unico della Nuova Frasca e l’imprenditore ‘‘schermato’’ che evidentemente ha ritenuto che con lo tsunami del ‘‘Mondo di mezzo’’ non bastasse più nemmeno una fiduciaria a garantire l’anonimato, convincendo i D.P. a riassumere, direttamente o tramite altre persone di fiducia, la titolarità di tutte le quote.

A maggio, dopo l’intervento del Comune, è stato anche aperto un fascicolo in Procura, poi passato a Roma per competenza, per appurare se i passaggi di proprietà delle aree e degli immobili siano stati regolari.

A questo punto verrebbe da chiedersi quali fossero i piani imprenditoriali per quella zona del misterioso imprenditore e se fosse a conoscenza delle intenzioni del suo socio D.P. e dei suoi rapporti con Buzzi per la gestione degli immobili e delle gare per l’emergenza abitativa e dei migranti, in cui, stando alle parole del capo della 29 Giugno, era rientrato anche quello che oggi, almeno per ora, è tornato ad essere un semplice campeggio.