di EZIO CALDERAI*

Caro Direttore, dell'On. Pietro Tidei ognuno può pensare ciò che vuole, ma nessuno potrebbe affermare che non abbia coraggio. Con quattro parole, condite da un avverbio, furbescamente, sul carbone ha liquidato Consigli Comunali aperti, ordini del giorno, tavoli. Di colpo, speranze e illusioni sono cadute e cadranno anche le mistificazioni. Ha ragione Tidei la riconversione a carbone della centrale di Tvn è cosa fatta. Con un pizzico di coraggio in più avrebbe potuto aggiungere che l'impiego del gas può essere teorizzato soltanto da parte di chi non si accorge o peggio fa finta di non accorgersi che le stesse forniture per uso domestico sono a rischio dopo la crisi Russia-Ucraina dello scorso inverno, gli accordi tra i Paesi fornitori (Russia ed Algeria) tramite le rispettive compagnie di Stato, la tentazione della Russia di fare del gas e del petrolio lo strumento di una rinnovata politica di potenza.

Non è questo il punto e cioè carbone si carbone no o gas è bello. Il carbone è il peggio del peggio, ma il gas è pur sempre un combustibile fossile. Non voglio, però, entrare in contraddizione, quindi dico: nessuna centrale.

Ammiro come pochi altri il comitato dei medici e ogni altro che si è battuto con generosità  e passione civile, anche se nei miei numerosi ed inascoltati interventi mi sono differenziato dalle loro posizioni. Sostenevo: Guardate, il nuovo insediamento energetico viene a sostituire il vecchio ormai obsoleto e destinata alla chiusura, e non è tanto un problema di nuovi attentati alla salute, di inquinamento e guasti ambientali quanto piuttosto la mortificazione di tendenze di sviluppo affermatesi negli ultimi anni con il porto, con una ritrovata vocazione turistica tutta da esplorare. TVN è un tappo per l'espansione del porto e non è il miglior biglietto da visita per chi sbarca a Civitavecchia, dopo aver sentito parlare del Forte Michelangelo, delle mura di Urbano VIII, delle Terme di Traiano, delle necropoli di Cerveteri e Tarquinia, dei Monti della Tolfa. Vedi, caro Direttore, c'è un vizio d'origine ed è rappresentato dalla riconversione, passata colpevolmente sotto silenzio, di Tvs. Quello fu un errore, in una politica, avviata con Fiumaretta, di graduale affrancazione di Civitavecchia dalle servitù energetiche. Un errore sul quale non è mai stata fatta luce, ma perchà© commetterne un altro?

Recentemente, nel viaggio in Cina di tutta la nostra classe dirigente, l'Italia si è candidata al ruolo di piattaforma portuale logistica delle merci che arrivano da quel grande Paese. Bene, ma, se Civitavecchia venisse scelta, dove realizzare le infrastrutture necessarie se le aree sono impegnate dall'Enel? Le centrali sono incompatibili con il porto. Già , il porto. Mentre si agitano problemi su scala mondiale e ci vuole un niente per cogliere o perdere le opportunità  che si presentano, noi non sappiamo fare di meglio, brandendo come un arma impropria slogans e luoghi comuni -discontinuità  è il preferito- che interrompere l'esperienza di chi, per riconoscimenti nazionali ed internazionali, è tra i migliori manager della portualità  italiana. Certo il Dott. Moscherini non è l'unico e non sarà  neppure il migliore, ma attenzione alle scelte. Ne va dei destini della città  e dei suoi giovani, che non comprenderebbero soluzioni prese sotto le bandiere, a volte squallide, della discontinuità  e della compensazione.

 

*Presidente Cariciv