Alla fine è stato, come prevedibile, l'argomento Ato 2 a monopolizzare il consiglio comunale di lunedì, conclusosi con una nuova sonora batosta per il presidente Tiziano Cerasa.

Nel nutrito ordine del giorno della seduta a spiccare era infatti appunto una mozione, presentata proprio dalla più alta carica dell'assise, con l'obiettivo di provvedere alla tutela dei lavoratori a tempo determinato che lavorano per acquedotti e depuratore, anche se nell'ambito di Acea, società  che gestisce l'Ato 2.

Un intervento che ha scatenato reazioni praticamente da tutto il consiglio comunale e soprattutto dalla stessa maggioranza. Dure le critiche da Enrico Zappacosta, di An, peraltro presidente del consorzio Medio Tirreno, che ha sottolineato come tutti nel Consiglio siano per la tutela dei lavoratori, ma come sia certamente fuori luogo che un simile provvedimento sia stato presentato proprio mentre le commissioni stanno lavorando per decidere del futuro del settore idrico. «In questo momento « ha spiegato Zappacosta « il provvedimento è certamente da rinviare». Più che esplicite le critiche provenienti anche dalla Lista Saladini che con Marco Di Gennaro ha giudicato la proposta «intempestiva» e poi con Reginella ha definito il testo «demagogico, populistico, quasi intollerabile». Boccia l'iniziativa anche la Margherita, che con Aldo Gatti si dice indignata e poi per bocca del capogruppo Franco Papa invita Cerasa a ritirare la mozione, così come anche il capogruppo dei Ds Frascarelli. Ma anche l'opposizione non lesina critiche a Cerasa. Durissimo l'affondo di Marco Piendibene che chiede al presidente del Consiglio di smetterla di fare politica, attraverso lo scranno più alto dell'assise, che invece dovrebbe essere garanzia di imparzialità ; mentre Alvaro Balloni, del Polo Civico definisce la mozione una strumentalizzazione. Un invito a tornare sui suoi passi lo rivolge a Cerasa anche Gabriella Saracco, che ricorda il lavoro attualmente in corso nelle commissioni consiliari. Un coro unanime insomma che costringe il presidente alla fine ad annunciare la sospensione della mozione. Atteggiamento criticato però nuovamente da Zappacosta, che lo definisce «da kamikaze» e che incassa il parere negativo anche di Balloni. Insomma una piccola catastrofe per le aspettative del presidente del Consiglio, che si trasforma in una vera e propria batosta con le dichiarazioni di voto, tutte contrarie, che infine costringono Cerasa a ritirare la mozione. Tanto rumore per nulla dunque, mentre il dibattito si conclude con un nulla di fatto e il passaggio all'Ato 2 si allontana ogni giorno di più.