Terremoto, a colpi di denunce, con inevitabili risvolti politici, nel Movimento dei Riformisti. Dopo essere stato querelato da Fabiana Attig per diffamazione a mezzo stampa, minaccia e turbativa delle elezioni amministrative, l’ex committente responsabile della lista civica, Angelo Pierotti, ha a sua volta denunciato l’assessore all’Ambiente per ipotesi di reato che vanno dall’appropriazione indebita al falso. Reati, da una parte e dell’altra, ovviamente tutti da dimostrare e sui quali stanno indagando i Carabinieri della stazione di via Antonio da Sangallo. Tutto ha avuto inizio durante la campagna elettorale, quando Pierotti e la Attig furono protagonisti di un acceso diverbio. Già in quella circostanza, a quanto pare, i toni furono talmente accesi che venne richiesto l’intervento dei Carabinieri, che giunsero sul posto subito dopo la conclusione del litigio. La frattura all’interno della lista civica, però, era evidentemente insanabile e 48 ore prima del voto Pierotti venne sostituito come committente responsabile. Il 25 maggio i delegati di lista presentarono al Segretario Generale del Comune una dichiarazione in cui si sollevava Pierotti dall’incarico “essendo venuta a mancare la condizione minima di fiducia che questo delicato compito richiede”, nominando al tempo stesso come sostituto Bruno Nucera.

La bufera scoppia dopo le elezioni, vinte dalla coalizione di cui faceva parte il Movimento Riformista, che insieme al Polo Civico costituiva l’ala sinistra del Patto per la Città. Il 20 giugno, quasi un mese dopo il voto, Fabiana Attig, nel frattempo nominata assessore all’Ambiente, querela Pierotti per diffamazione a mezzo stampa, minaccia e turbativa delle elezioni. Lo stesso giorno, l’ex committente responsabile, dopo essersi recato in Comune per chiedere chiarimenti sulla presentazione del bilancio della lista ed aver appreso di essere stato sostituito, scopre che il libretto di deposito a risparmio aperto a suo nome per la campagna elettorale, come previsto dalla legge, è stato estinto, nei primi giorni del mese, dalla stessa Attig, nonostante l’unica firma accettabile dalla banca fosse la sua. Da quanto avrebbe dichiarato l’istituto bancario coinvolto, l’estinzione del libretto, di cui la Attig era in possesso, sarebbe stata resa possibile, senza la presenza di Pierotti, in quanto la ex diessina, nota al personale della filiale per essere una rappresentante del Movimento Riformista, avrebbe affermato di essere stata incaricata dal titolare del conto di estinguere il rapporto e di ritirare la cifra residua (a quanto pare, circa 5.000 euro). E’ chiaro che, al di là di quello che sarà l’esito delle indagini e degli eventuali risvolti giudiziari, la vicenda appare comunque destinata ad incidere non poco sul futuro del Movimento Riformista, che ne esce fortemente danneggiato sul piano dell’immagine: nata per rappresentare le istanze di una parte della sinistra nella Grande Coalizione moscheriniana, la lista civica esce, ad appena un mese dal voto, con le ossa rotte dalla degenerazione di uno scontro politico in una querelle giudiziaria. Tutelare i propri diritti nelle aule di Tribunale è un diritto sacrosanto per tutti. Forse per chi riveste cariche pubbliche risulta però quantomeno inopportuno infilarsi in diatribe che i politici - specie se dello stesso movimento - potrebbero sicuramente dirimere in altri modi, senza ricorrere a denunce e controdenunce.