«Il nome di Moscherini? Io non l’ho sentito». Mentre l’Unione si arrovella per ridurre drasticamente la lista con i nomi dei possibili candidati del centro sinistra alle prossime elezioni, ad intervenire è il coordinatore dell’Area Fassino dei Ds Pietro Tidei, che commenta con una lettera dai toni sarcastici e provocatori, l’esito del tavolo di martedì sera.
L’ex onorevole ne ha per tutti, giudicando positivo sia il clima che si respira al tavolo (nonostante contro la quadruplice candidatura della Quercia si sia levato più di un dito, alla riunione e nonostante anche l’esplicito rifiuto da parte di Gino Saladini) e ‘‘benedicendo’’ un po’ tutte le proposte, a partire proprio da quelle della Quercia, che testimoniano, secondo l’ex deputato, il desiderio da parte del partito di guardare avanti e non indietro. Quanto a Saladini invece «resta il primo nome, glielo dobbiamo - afferma - sul piano della correttezza politica e dei rapporti». Ben vengano la posizione del Prc, favorevole a Piendibene (definito un ‘‘Ds’’ nella lettera) e le candidature di Flamini e di Flaminia Tosini, proposta da Ambiente e Lavoro. Il tono cambia quando si parla della candidatura di Gianni Moscherini, finita sulle prime pagine di tutti i quotidiani locali. «Di Moscherini non ne ho sentito parlare – scrive infatti – ma l’ho solo letto sui giornali, anzi su un solo giornale. Eppure c’ero e difficilmente mi distraggo». Poi la contraddizione, con la sostanziale ammissione che il nome, quello dell’ex commissario di Molo Vespucci, era stato invece detto assai chiaramente. «La verità - prosegue Tidei - è che l’Udeur, con un certo Sammarzano (il nomedel vicesegretario dell’Udeur, volutamente storpiato è invece Sarnataro, ndr), nuovo alla politica ed evidentemente in missione kamikaze, ha lanciato una provocazione, un nome a caso, per abbandonare il tavolo. Ha riscosso una bordata di sonori fischi, la disapprovazione generale e se ne è andato. Ora, pochi secondi di celebrità non si negano a nessuno, nemmeno a Sammarzano e Moscherini».
Meno ironico e più polemico invece il commento del segretario dell’Udeur Vincenzo De Francesco che pure sottolinea come al tavolo stiano prevalendo ancora una volta le logiche di spartizione del potere, «le stesse – afferma – che hanno portato al disastro l’amministrazione Saladini. Se poi qualcuno prova ad avanzare proposte serie, viene subito demonizzato e squalificato. Noi vogliamo semplicemente costruire una squadra su un programma di sviluppo cittadino e non ci interessa la provenienza delle persone che compongono questa squadra, quanto piuttosto dove intendono andare, a differenza, evidentemente della linea portata avanti dal ritrovato tandem Tidei-Barbaranelli. Da oggi – conclude De Francesco – chiameremo a raccolta tutte le forze politiche che vogliono lo sviluppo e che soprattutto intendano ridare dignità a Civitavecchia». Una sorta di dichiarazione di guerra insomma che suona come una fuoriuscita vera e propria da un’Unione nella quale a prevalere sono per il momento, ancora una volta i tatticismi, che, guardando anche solo alla storia recente, non hanno certo portato fortuna al centro sinistra.