La riorganizzazione dell’Ente, basata su tre livelli, quello dei servizi, degli uffici e dei dipartimenti, e fortemente voluta dallo stesso sindaco Moscherini, non è proprio piaciuta al personale in servizio a palazzo del Pincio. E tantomeno non è andata giù ai sindacati, visto che hanno proclamato lo stato di agitazione, attivando la procedura di raffreddamento e preannunciando che in caso di mancato incontro tra le parti, sarà attivato il tentativo di conciliazione davanti al Prefetto della Provincia di Roma. Sul piede di guerra ci sono Uil Fpl, Cgil Fp, Diccap e Rdb Cub che, come spiegato dai rispettivi segretari Napoleoni, D’Angelo, Marchetti e Zeppa, hanno sottolineato come l’operazione voluta dall’Amministrazione Comunale non rispetti le direttive sulla razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche. Non solo. A far decidere per lo stato di agitazione sono stati anche la mancata soluzione delle questione dei lavoratori precari e del piano triennale del fabbisogno del personale, e dalla mancata risposta alla richiesta delle Rsu di un incontro urgente per la revoca di tutti i provvedimenti in essere adottati sul personale dipendente.