CIVITAVECCHIA - "Le mani sulla città": è con questo titolo che da venerdì mattina sarà in distribuzione a Civitavecchia e a Tarquinia il dossier che documenta l’intreccio perverso tra affari e politica nell’Alto Lazio e la presenza della criminalità organizzata nei comuni della costa tirrenica. Il dossier, edito sotto la testata di “Tarquinia Città” e “Civitavecchia Città”, a seconda del rispettivo luogo di diffusione, chiama a raccolta i cittadini per un impegno civile a resistere contro un fenomeno che rischia di sconvolgere l’economia del territorio e le condizioni di vivibilità dell’intera zona. “Con questo dossier vogliamo lanciare un grido di dolore per la nostra terra – sostiene Luigi Daga, vicepresidente dell’Associazione – Qui ci sono le nostre radici, qui è l’avvenire dei nostri figli e non si può continuare a tacere. Il silenzio è complicità.” Da terra degli Etruschi, l’Alto Lazio rischia, nella malaugurata idea che vadano in porto alcuni progetti, tra cui quello “secretato” firmato da Gianni Moscherini, sindaco di Civitavecchia, e da Giancarlo Elia Valori, di diventare colonia di poteri forti italiani e stranieri. “Vogliono cambiare il volto del nostro territorio – affermano i responsabili dell’Associazione – Se passa questo accordo 4.200 ettari a cavallo tra i comuni di Tarquinia e Civitavecchia, saranno riempiti di cemento, grattacieli, capannoni, aree di sosta, piste per aerei cargo, megabanchine container, con il forte rischio di investimento di capitali di dubbia provenienza, magari della mafia cinese, come sostengono, ormai da tempo, alcuni magistrati”. La mafia esiste e vive, si radica e consolida in un territorio, perché fa affari e perché ha rapporti con il Potere, necessita di fondi pubblici così come delle concessioni, delle licenze e autorizzazioni per le aziende della "mafia pulita". La lotta alle mafie, quindi, non può essere relegata alla sola magistratura e alle forze dell’ordine; come indicavano Falcone Borsellino e Caponnetto, unico reale ed efficace contrasto per sconfiggere realmente le mafie è l’assunzione di responsabilità della comunità, della politica e dell’economia. “E’ questo il nostro modo di fare antimafia – conclude Elvio Di Cesare, Presidente dell’Associazione. – Forze dell’ordine e magistratura vanno aiutati con atti concreti, facendo nomi e cognomi, citando fatti e situazioni specifiche, considerata la gravità e la pericolosità in cui ci troviamo nel Lazio: tutto il resto è solo perdita di tempo".