«Ad oggi la città ha bisogno di un impianto per il pattinaggio artistico. I numeri lo dicono. Il PalaMercuri scoppia di presenze. Tutti i giorni c’è attività, c’è tantissima richiesta, che non riesce ad essere evasa. I ragazzi meritano di più. Civitavecchia ha già perso un’occasione diversi anni con la mancata costruzione dello skate park ed oggi vediamo il successo che sta avendo questa disciplina». La richiesta arriva dal presidente della Cv Skating, Riccardo Valentini, intervenuto al consiglio comunale aperto dedicato all’impiantistica sportiva.

I numeri lo dicono, magari in tanti lo ignorano, ma ci sono tantissime presenze alle società di pattinaggio, ricordano che in città che ne sono ben tre: la Cv Skating con le Roller Fairies, l’Althea Academy e l’Ottoruote Club, tutti club che ottengono anche risultati di spessore a livello regionale.

«Ho molto apprezzato il tenore degli interventi al consiglio comunale aperto – prosegue Valentini – sono una persona pragmatica e voglio far notare quanto avviene all’estero. In Francia gli impianti sportivi sono visti come un presidio educativo per la vita dei giovani. Chi gestisce le strutture ha idee chiare, non gli viene fatto un favore come in Italia. I genitori hanno diritto ad avere impianti di livello, che funzionano e che sono omologati, adeguati a fare lo sport per cui sono stati costruiti. Viene fatto un servizio pagato alla comunità dalle istituzioni. In Spagna, invece, c’è stata una legge sacrosanta, che ha fatto rivoluzione.

Esiste continuità tra scuola e sport, tutte le palestre tra le 13 e le 16 si riorganizzano affinché tutti coloro che vanno a scuola, poi rimangano per fare tutte le discipline. Per le famiglie costi bassissimi, per le società sportive tanti iscritti in più e per i ragazzi tante possibilità che vanno oltre la normalità. Ma basta guardare a città del Nord, dove il Comune sostiene economicamente le società locali, che fanno un servizio per la comunità.

Capisco che ci sono crisi economiche continue, ma c’è anche un pessimo stato degli impianti sportivi che va avanti da almeno 10 anni. Se il Comune era a rischio fallimento ed ora non lo è più, è anche perché qualcuno si è sacrificato. Per essere lungimiranti, il Comune prima deve rimettere a norma gli impianti e poi a quel punto chiedere qualcosa alle società, anche con canoni più alti se serve. E inoltre torniamo a costruire impianti liberi, dove si possa giocare gratuitamente».

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