Carolina Morace, la più grande calciatrice italiana, ex commissario tecnico della Nazionale Italiana, è stata in visita a Viterbo: quale giusta occasione allora di fare con lei un piccolo amarcord per il suo famoso passato sulla panchina gialloblu. Dodici scudetti in carriera, oltre 500 gol realizzati, 12 volte capocannoniere, ma soprattutto prima donna nella storia del calcio italiano ad aver guidato un club professionistico. Correva l'estate del 1999 quando il vulcanico presidente Luciano Gaucci stupì l'opinione pubblica ingaggiando come trainer del club gialloblu la promettente Carolina Morace, destinata poi a guidare la Nazionale femminile. In quella stagione il presidente non si fece mancare nulla confermando ben presto la sua fama di mangia allenatori : in quella stagione dopo la Morace si avvicendarono sulla panchina i tecnici Roselli, Stringara, Goletti e Viscidi.

Morace alla guida della Viterbese nel 1999
Morace alla guida della Viterbese nel 1999

Morace alla guida della Viterbese nel 1999

«L'esperienza durò fino alla seconda giornata di campionato - ricorda Carolina Morace - ma fu una parentesi speciale della mia carriera e la Viterbese mi resterà sempre nel cuore. Ricordo lo stadio tutto rosa nella prima partita casalinga del 5 settembre vinta 3-1 contro il Marsala con gol di Emiliano Testini, Davide Baiocco e Fabio Liverani, ricordo con soddisfazione il nostro exploit quando in Coppa Italia eliminammo Ancona e sia l'Ascoli, entrambe poi finaliste dei playoff per la promozione in Serie B, sicuramente poi ricordo tutta quell'attenzione mediatica, anche a livello internazionale, che aleggiava ogni giorno sulla squadra». Fu una partenza razzo della Viterbese di Carolina Morace in Coppa Italia in quell'agosto del '99: 2-1 contro l'Ascoli, 0-0 contro la Maceratese e un roboante 5-0 casalingo contro il Gubbio, a conferma di come lei avesse tutte le credenziali per guidare anche una squadra professionistica maschile. Ma con un presidente come Luciano Gaucci, al quale la Morace non aveva mai permesso “invasioni” di campo nelle sue scelte tecnico-tattiche, non poteva essere facile coesistere. «Mi lega oggi ancora un profondo affetto con il figlio Riccardo Gaucci, attualmente presidente dell'Assisi neo promosso in Prima Categoria, e in occasione del primo memorial da lui organizzato per il papà lo scorso 5 maggio ho avuto modo anche di rivedere proprio alcuni protagonisti di quella mia esperienza come coach della Viterbese». Per Carolina Morace adesso un'altra grande sfida come lei da sempre è abituata ad affontare: è candidata alle prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno con il Movimento 5 Stelle e il suo intento è proprio quello di mettere al servizio delle associazioni sportive tutta la sua grande esperienza maturata prima come calciatrice e poi come coach. «La promozione e la valorizzazione dell'attività sportiva - afferma Carolina Morace - è demandata alle società e alle associazioni sportive visto le criticità strutturali ed organizzative degli istituti scolastici. In virtù di ciò dobbiamo mettere in condizioni le associazioni sportive di svolgere al meglio la proprio attività aiutandole e sostenendole nei costi di gestione: crediti sulle utenze di gas, luce ed acqua, agevolazioni sui canoni di locazione, fondi per l'acquisto di attrezzature e materiale sportivo, sono le mie priorità che intendo portare al Parlamento europeo. Lo sport è un diritto di tutti: dobbiamo consentire il facile accesso alla pratica sportiva anche alle famiglie meno abbienti, alla terza età, ai diversamente abili. Il nostro corpo ha bisogno di movimento ad ogni età, perché una regolare attività fisica consente di diminuire il rischio di patologie con effetti positivi sulla salute psico fisica di ogni individuo, il che consente anche in termini di prevenzione una forte riduzione della spesa sanitaria. Ma le potenzialità dello sport sono propedeutiche anche per rilanciare i territori in ambito sociale, culturale ed economico. Lo sport, pertanto, può fungere anche da volano economico e turistico per ogni territorio». Nella sua agenda tra i gol da realizzare nel Parlamento europeo, oltre al diritto per lo sport, anche la tutela dei diritti civili e la parola Pace. «In Europa servono sicuramente più diritti e meno armi. L'Italia deve portare in Europa il valore della pace. E sul tema dei diritti c'è tanto lavoro ancora da fare: nessun cittadino deve essere lasciato indietro, nessun diritto umano deve essere negato».

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