Europei di calcio 1992. Otto squadre finaliste. Tra queste, l'Unione Sovietica e la Jugoslavia. Si parla di 31 anni fa, un'altra era geologica. L'Unione Sovietica, nel frattempo, si frantuma e partecipa come CSI, Comunità degli Stati Indipendenti. La Jugoslavia, però, è destinataria di una risoluzione ONU per la guerra che dilania (e divide) la stessa terra di Tito. Il conflitto tra Bosnia, Croazia, allargato poi alla Slovenia, rende questi Paesi come Stati Indipendenti, facendo perdere i pezzi alla Nazionale di calcio jugoslava. I caschi blu dell'ONU si ritirano dal conflitto, non avendo un minimo di supporto dai paesi emergenti e la Jugoslavia viene punita con una risoluzione che la esclude anche dall'Europeo di calcio in Svezia. Il conflitto prende una svolta tragica. Migliaia di morti e milioni di sfollati con alcuni Paesi, dopo 30 anni, in tensione perpetua. Agli europei in terra svedese viene quindi ripescata la buona Danimarca, squadra che con 13 punti rimane fuori dalle migliori 8 per un solo punto, proprio dietro la Jugoslavia. Nasce un problema: la squadra di Moller Nielsen è già in vacanza quando, come in una film tragicomico, il mister richiama i suoi a rapporto. Tutti i convocati arrivano increduli in Svezia, con i giocatori visibilmente abbronzati, con settimane di vacanze sulle spalle con le loro famiglie. Le prime due partite vanno male. Pareggio con l'Inghilterra e sconfitta con i padroni di casa della Svezia. L'epilogo era oggettivamente annunciato. Fuori alla prossima con la Francia. E invece succede l'impensabile. I Blues spenti e senza vigore perdono 2 a 1. Si dice che il cambio di passo sia dovuto alla decisione del mister di fare un po’ di team building la sera prima della partita in un fast food, dove tutta la squadra si ritrova a mangiare. In semifinale avviene un miracolo sportivo. Sconfiggono ai rigori una delle favorite, l'Olanda di Van Basten e approdano in finale contro la temibile Germania. Il personaggio chiave della Danimarca è senza dubbio Kim Vilfort, il quale, però, ogni sera torna nella vicina Copenaghen per assistere in ospedale la figlia malata di leucemia. È già una vittoria epica essere lì, in finale. Ma come nelle favole, quando si percorre un cammino colmo di narrazioni epiche, l'epilogo è uno e uno solo. La Danimarca, piccola nazione senza un briciolo di aspirazione diventa campione d'Europa per la prima (e unica) volta, battendo i tedeschi con un netto 2 a 0. Agli Europei del 1992, la piccola Cenerentola aveva il passaporto danese.

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