A molti il nome di Rinus Michels potrebbe non dire nulla. Eppure, questo personaggio, un allenatore olandese, ha cambiato la storia del calcio, offrendo un’interpretazione dei ruoli che ha fatto scuola. Dopo aver avuto una carriera fruttuosa nell’Ajax, con 269 presenze e 121 gol, appena trentenne si ritirò dal calcio per problemi alla schiena e fece, per un breve periodo della sua vita, l’insegnante di educazione fisica in un liceo olandese. Dopo essere stato chiamato a guidare la squadra dei “Lancieri” (così vengono chiamati quelli dell’Ajax) e aver concluso il primo anno al tredicesimo posto, effettua una rivoluzione mentale, tattica e atletica che cambiò il modo di vedere il calcio. La sua visione prevedeva che ogni giocatore potesse giocare in ogni parte del campo, senza ruoli fissi e senza regole ben precise nello schema di gioco se non quello di “sostituire” i propri compagni che fossero andati a coprire altre zone del campo, cercando di non lasciare mai nessun buco nella partita. Inoltre, si prevedeva un pressing offensivo asfissiante e la possibilità di espandere o restringere lo spazio a disposizione al fine di far cadere gli avversari nella trappola del fuorigioco. Il gioco previsto da Michels fu definito Totaalvoetbal, che in olandese vuol dire “calcio totale”. Questa sua personale visione del gioco gli consentì di vincere lo scudetto per tre volte di fila, di arrivare in finale nella Coppa dei Campioni e vincerla nella stagione 1970-1971 contro il Panathinaikos. Passò quindi ad allenare il Barcellona con cui vinse un campionato spagnolo e una Coppa del Re. Allenò anche la Nazionale olandese ridefinita “Arancia Meccanica” per la capacità di realizzare gol da parte di una generazione di fenomeni come Marco Van Basten, Cruiff, Koeman e Gullit. Perse la finale del campionato del mondo contro la Germania di Beckenbauer nel 1974 ma vinse l’Europeo (l’unica volta degli orange) del 1988.

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