Nei giorni scorsi Emiliano Marsili e il maestro Mario Massai sono stati ricevuti dalla Federazione Pugilistica per un incontro con i massimi esponenti federali, tra cui il presidente Flavio D’Ambrosi, che conosce molto il movimento locale, essendo stato numero uno del comitato laziale prima di salire sul gradino più alto dell’organo federale.

Come già fatto in alcune dichiarazioni sui profili social, D’Ambrosi ci ha tenuto a fare i complimenti a Marsili e Massai per quanto mostrato a Londra, dove, ricordiamo, il Tizzo ha perso al termine dell’ottava ripresa contro il gallese Gavin Gwynne la cintura Europea dei pesi Leggeri. Marsili ha perso, ma non è stato battuto dal britannico, in quanto ha dovuto abbandonare il quadrato per un infortunio alla spalla che non gli ha consentito gli proseguire il combattimento.

«È stata una bella visita – spiega Emiliano Marsili – ho ricevuto tanti complimenti. Sono anche stato intervistato, ma abbiamo parlato solo di quello che è successo a Londra. Non abbiamo affrontato altri argomenti».

Il riferimento del boxeur è ad un argomento molto dibattuto nell’ultima settimana e di cui abbiamo anche parlato, ovvero la possibile partecipazione di Emiliano Marsili alle prossime Olimpiadi di Parigi, rinunciano allo status di professionista e riprendendo quello di dilettante, con l’obiettivo di chiudere con la ciliegina sulla torta la propria carriera di atleta e magari di riportare un civitavecchiese e un portuale a vincere la medaglia d’oro dopo l’acuto di Vittorio Tamagnini nel 1928 ad Amsterdam. Una proposta che è stata lanciata dal maestro Mario Massai, che aveva cominciato a fare una serie di valutazioni sulla fattibilità del progetto. Ma a spegnere i propositi è proprio Emiliano Marsili.

«Non credo che parteciperò alle Olimpiadi - riprende il Tizzo - è stata una proposta di Mario, ma non sto pensando di prendere parte all’evento di Parigi. Sto valutando l’ipotesi di fare un match di chiusura della mia carriera, ma al momento non ho altri pensieri. Subito dopo vorrei aprire una palestra e dedicarmi all’insegnamento della noble art alle giovani leve che vorrei crescere e per portare in alto il pugilato civitavecchiese».

Quindi si allontana la possibilità di vedere Marsili alle Olimpiadi. Da una parte c’è rammarico perché era bella l’immagine di un pugile esperto che si sarebbe potuto mettere in gioco per una competizione diversa dal solito e che difficilmente viene presa in considerazione dagli atleti professionisti. Dall’altra, però, l’immagine di Marsili che fa un combattimento fantastico e di esempio per tutti gli amanti dello sport, forse è l’immagine migliore per chiudere una carriera. La ciliegina sulla torta era chiaramente la vittoria, in quello che sarebbe stato un finale quasi cinematografico. Ma forse una sconfitta che sembra una vittoria, ha dato ulteriore slancio all’immagine fantastica che in questo momento ha il civitavecchiese, che, probabilmente e paradossalmente, non sarebbe stato apprezzato in questa maniera se avesse vinto. Il pensiero del Tizzo è quello di un match finale, una sorta di addio al pugilato. Non possiamo che pensare ad un incontro conclusivo, senza cinture in palio, di Marsili a Civitavecchia, perché è il pugile della gente, che ha raggiunto un consenso incredibile perché fa parte della gente e sa come farsi apprezzare dal popolo.

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