La grande eco per il match di Emiliano Marsili non è minimamente spenta. Sono tantissimi, ancora ora, gli attestati di stima, sia al pugile che alla persona, per quello che ha fatto, ovvero andare a giocarsi la cintura Europea dei pesi Leggeri, in trasferta, a Londra, contro il gallese Gavin Gwynne. È mancata la ciliegina sulla torta, ovvero quel titolo continentale che avrebbe reso indimenticabile quella serata. Però difficilmente ci scorderemo quanto avvenuto in quegli otto round in terra britannica, dove il pugile allenato da Mario Massai è stato seguito da una trentina di civitavecchiesi. Quello che ha fatto Marsili resterà qualcosa di leggendario. Una sconfitta leggendaria, come nel mondo del pugilato in versione cinematografica fu quella di Rocky Balboa contro Apollo Creed, anche se in tutt’altra dimensione.

«Il match è andato bene - afferma Emiliano Marsili - abbiamo dimostrato veramente di saper fare il pugilato che ci piace. Abbiamo dato una lezione di pugilato vera a Gwynne, anche nel suo campo, sia nel corpo al corpo, che nella tecnica, che a lunga distanza, che in movimento. Il mio maestro Mario Massai e Patrizio Scilipoti, con la Compagnia Portuale mi sono stati vicino e mi hanno sostenuto in tutto per tutto. Ringrazio anche le imprese portuali e le imprese locali, ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito ed hanno tifato per me. Ringrazio anche il Comune, che ci ha dato una mano. La ciliegina sulla torta era quella di portare a casa il titolo, ovvero la cintura. Ma è come se avessimo vinto, perché nonostante il fatto che mi sono dovuto ritirare al nono round, per un infortunio alla spalla, e per una testata che ho preso e mi ha spaccato l'occhio, andare avanti secondo me era rischioso. Questo perché con un braccio in meno e un taglio sull'occhio, fare ancora quattro round non era la cosa migliore da fare, era troppo rischioso».

Tanta la soddisfazione anche per Mario Massai. «Quello che ha fatto Emiliano è stato notevole - spiega il maestro - i suoi 47 anni non sono reali, lo dice solamente l’anagrafe. Era come se avesse 10 anni di meno, sia a livello tecnico che tattico. Non ci voleva l'infortunio alla spalla. Così di conseguenza abbiamo ritenuto opportuno ritirarci, anche perché aveva fatto otto round talmente belli che sarebbe stato bruttissimo prendere un colpo solo perché il braccio non funzionava. Emiliano è stato un grande, ha dimostrato di essere una classe pugilistica che noi tutti conoscevamo e anche in Inghilterra la conoscevano, perché dopo che abbiamo combattuto il mondiale contro Matthews già sapevano quello che andavamo a fare. Solo Gwynne non credeva a quello che sarebbe accaduto. Alla fine dell'incontro è venuto a congratularsi e a dirci che Emiliano è un vero campione».

E poi la Compagnia Portuale. «È scontato da parte nostra sostenere Emiliano, che è un compagno e un socio della Compagnia Portuale, oltre ad essere un amico e un grandissimo atleta. Gli abbiamo dato la possibilità di allenarsi e dobbiamo dargli la possibilità di poter allenare insieme a Mario ed agli altri professionisti e far sì che le loro professionalità e le loro conoscenze del pugilato diano ai ragazzi di oggi il coraggio di cimentarsi nella noble art. Civitavecchia ha una straordinaria tradizione pugilistica, dobbiamo portare avanti questo concetto e far sì che crescano nuovi ragazzi e nuovi campioni».

Abbiamo anche letto le dichiarazioni entusiaste di alcuni personaggi di spessore del movimento italiano, come l’ex campione mondiale ed europeo Alessandro Duran, che ha commentato l’incontro su Dazn, e il presidente della Federpugilato, Flavio D’Ambrosi. E tra l’altro il numero uno federale potrebbe aprire una grande porta per Emiliano Marsili.

Il Tizzo, infatti, non pensa di ritirarsi e sta seriamente valutando l’ipotesi di proseguire con un nuovo percorso, prima di salutare tutti.

«Emiliano è stato un esempio per il pugilato - riprende il maestro Massai - non sono io a dover dire che deve lasciare il pugilato, perché ovviamente sono anni che litighiamo tutti i giorni nelle preparazioni e dunque ora bisogna spegnere questo. Ma voglio fare un’osservazione: visto e considerato che Emiliano ha dimostrato di essere ancora un ottimo pugile, perché non fare le selezioni per le prossime Olimpiadi di Parigi. Sono incontri brevi, di tre riprese da tre minuti, ampiamente ad appannaggio di Marsili. Quello che non ha fatto da giovane, potrebbe farlo ora, credo che sia arrivato il momento».

E poi Marsili: «Non mi dispiacerebbe una cosa del genere - spiega il Tizzo - visto che non ho potuto mai gareggiare in un’Olimpiade, sarebbe la degna conclusione della mia carriera. Non è affatto da sottovalutare la presentazione di una domanda alla Federazione per poter entrare nel giro azzurro».

Marsili non sarebbe il primo civitavecchiese a provare a conquistare una medaglia a cinque cerchi. Civitavecchia vinse l’oro ad Amsterdam 1928, con Vittorio Tamagnini: anche lui della nostra città, anche lui portuale, anche lui soprannominato Tizzo. Non serve aggiungere altro.

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