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Il calcio quale riscatto sociale, sinonimo di rivincita. In poche parole si racchiude l'obiettivo di Davide Eluwa, il giovane difensore del Cerveteri che a 17 anni è stato promosso in prima squadra. Anche se la sua è una storia diversa da tutti gli altri compagni, è una storia di disagio, che lui stesso sta superando da quando è a Cerveteri, ospite di una casa famiglia.
«È dal 2019 che sono qui, il mio passato non è stato facile, ho cominciato ad essere ospite nella case famiglie a 5 anni. Tra i miei - racconta il difensore verdazzurro - c'erano molti litigi, sono intervenuti gli assistenti sociali che hanno ritenuto dovessi abbandonare le mura di casa. A Cerveteri, per caso, ho conosciuto Danilo Rinaldi, colui che mi ha allenato per tre anni nel settore giovanile. Gli devo molto, mi è stato vicino».
Frequenta il terzo anno dell'Istituto Mattei, ramo turistico. Ha tanti amici, si è integrato in una città che si distingue per essere ospitale.
«Mi trovo benissimo, Cerveteri mi ha accolto come se fossi nato qui. - dichiara il calciatore cerite - . Da agosto sono stato inserito in prima squadra, motivo di soddisfazione che mi ha riempito di gioia. Vorrei che la fortuna mi assista, diventare un calciatore professionista è un sogno . Ci riuscirò ? Questo non lo so. Ce la metterò tutta. Anche se prima vorrei contribuire alla salvezza del Cerveteri. Non siamo partiti bene, ci stiamo riprendendo».
Nelle vittoria contro il Duepigreco c'è il suo zampino, l'assist per la testa di Funari è il suo.
« Sono contento di aver offerto a Lollo una palla importante, poi mi sono fatto espellere, ho reagito a un avversario. Mi sono auto rimproverato ,adesso dovrà stare fermo almeno per una giornata».
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