VITERBO - Dopo mesi e mesi è tornato a parlare l’imprenditore Piero Camilli, patron e main sponsor della Favl Cimini Viterbo. Lo ha fatto ieri mattina dopo le ultime vicende legate alla mancata concessione e conseguente utilizzo dello stadio Rocchi alla compagine che milita in Eccellenza e che gioca a Vignanello. Il club che la tifoseria gialloblu ha individuato come una grande opportunità per il rilancio del calcio nel capolugo dopo la triste fine fatta dalla Viterbese che gioca a Monterosi e che milita nel girone B (è penultima) della Promozione. E Camilli ha tuonato duro in quello che è stato un vero e proprio mezzogiorno di fuoco. Il dito puntato sulla sindaca Chiara Frontini, sull’Assessore Aronne alla luce delle lore prese di posizione e sull’attuale intera amministrazione. «Nel loro comportamento – ha detto l’imprenditore e sindaco di Grotte di Castro - c’è stata l’intenzione politica di non dare lo stadio al Viterbo calcio, hanno dimostrato incapacità amministrative commettendo un errore madornale. Ci hanno detto che da parte del Fc Viterbo mancavano tutti i requisiti. Gli ricordo che tutte le società di calcio vivono di rateizzazioni con l'Agenzia delle Entrate. Sono un uomo di destra, ho avuto le squadre per trent’anni ma come presidente non ho mai espresso una preferenza, anzi ho invitato sempre tutti. Si devono vergognare per quello che hanno fatto di fronte alla città ed ai suoi tifosi. Io sono un grande appassionato di pallone, ho messo milioni veri nel calcio, alla Viterbese che ho lasciato pulitissima ho pagato tutti fino all’ultima lira. Che vuol dire che il Rocchi diventerà il parco dello sport della città? Tuttociò non non vale niente se non c'è una squadra di calcio». Riguardo, sportivamente parlando, al futuro Camilli è stato categorico: «Finiamo il campionato a Vignanello, io sono pronto se questi dovessero ripensarci ma programmare senza avere un impianto è pressochè impossibile. A Viterbo non serve uno stadio gioiello (con i soldi del Pnr) se poi non c’è nessuna squadra che ci gioca. Rischia soltanto di diventare un ballatoio per i topi».

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