CAPRAROLA - Come era prevedibile, il post negazionista sulla Foibe, pubblicato su Facebook dal sindaco di Caprarola, Angelo Borgna, ha scatenato le polemiche. «Quando i fascisti insegnavano ai bambini italiani che gli slavi andavano infoibati», si legge nella foto che appare sul profilo del primo cittadino, corredata da una didascalia a commento che afferma come «i primi e maggiori infoibatori furono i fascisti repubblichini». Un post gravissimo, sul quale interviene il presidente del Comitato 10 febbraio, Silvano Olmi. «Il Comitato 10 Febbraio esprime sorpresa e preoccupazione per la condivisione di un post sulle foibe da parte del primo cittadino di Caprarola – fa sapere con una nota ufficiale -. Il post contiene una bufala che gira da tempo sui social, con la quale si addebita a non meglio precisati squadristi una canzone che in realtà ha ben altra storia.

La canzoncina fa parte di un vecchio canto popolare istriano scritto da Guido Giorgeri nel 1902 e presentato nel 1983 da Francesco Semi nel libro dal titolo “El Parlar Neto E S’ceto De Capodistria”».

«Da un sindaco ci aspettiamo atteggiamenti più attenti – dichiara Silvano Olmi, presidente del Comitato 10 Febbraio – soprattutto se è lo stesso che partecipò l’anno scorso alla cerimonia in memoria di Norma Cossetto, che organizzammo nella sua città. Il sindaco Angelo Borgna è un politico esperto e non si può permettere scivoloni di questo genere. Confidiamo che il sindaco di Caprarola si scusi con i famigliari degli infoibati, molti dei quali non hanno nemmeno una tomba sulla quale pregare i propri cari massacrati dai partigiani comunisti slavi».

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