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SANTA MARINELLA – «Sul quotidiano La Provincia, Tidei critica la bozza di convenzione della gestione del castello di Santa Severa, presentata a giugno dalla giunta Rocca. La proposta, di fatto, esautora totalmente il Comune dalla gestione del bene». A scriverlo è il circolo cittadino di Rifondazione Comunista che attacca a spada tratta la Regione Lazio per aver tolto al Comune di Santa Marinella la gestione completa del castello. «Dopo aver provveduto a cacciare i volontari dalle botteghe artigiane locali che da decenni operavano al castello – continua Rifondazione - la Regione intende riappropriarsi della Rocca e della Torre Saracena, attualmente adibita a museo in cui i reperti rinvenuti nel corso degli scavi della cripta paleocristiana raccontano la storia alto medievale del castello fino all'età moderna. La Regione intende appropriarsi anche degli attuali laboratori di restauro e della Casa dei Somari, dove sono custoditi strumenti ed attrezzature per l'archeologia subacquea. Di fatto verrebbe inferto un colpo mortale al museo ed alla ricerca ad esso connessa. Anche gli spazi istituzionali comunali per conferenze e presentazione libri andrebbero a restringersi. Il museo del Mare e della Navigazione Antica verrebbe affidato a LAZIO Crea. In un articolo, la Regione ribadisce l'intenzione di utilizzare il castello per uffici regionali amministrativi, attualmente collocati altrove. Condivisibile quindi l'insoddisfazione espressa da Tidei e, prima di lui, da altri esponenti dell'attuale amministrazione fin da giugno ma, ci chiediamo, cosa propone il Comune in alternativa? Si invoca un tavolo tecnico (Comune, Regione, Soprintendenza) ma con quali idee ci si presenti a questo tavolo non è chiaro. Non da adesso, ma anche dalle passate amministrazioni comunali e regionali, il castello è sempre più una realtà a sé stante, avulsa dal contesto cittadino. Rifondazione ritiene che il Comune dovrebbe gestire direttamente l'intero circuito museale prendendo accordi con la Soprintendenza per inserire nel circuito l'Antiquarium etrusco e gli scavi di Pyrgi. Il circuito dovrebbe essere pubblicizzato tutto l'anno, inserito insieme a Tarquinia e Cerveteri in un pacchetto completo da proporre a scuole, crocieristi e ai visitatori del museo di Valle Giulia, dove i reperti originali di Pyrgi sono custoditi. Il tutto andrebbe collegato col nascente parco archeologico di Castrum Novum. Per finanziare il progetto si potrebbe utilizzare parte dei 29 milioni di Pnrr, fondi che troverebbero migliore impiego per potenziare un polo museale unico al mondo che rischia di scomparire. L'amministrazione avrebbe dovuto intraprendere anche qualche azione legale concreta per evitare che gli artigiani di Santa Marinella venissero sloggiati. La riserva di Macchiatonda, che ha nel castello il suo centro visite, potrebbe promuovere percorsi naturalistici partendo dal castello e passando dal Monumento Naturale di Pyrgi. Quello che manca è una visione complessiva, un'idea di sviluppo e di economia legata alla tutela ambientale e alla valorizzazione del patrimonio archeologico, storico e monumentale del territorio. Manca completamente anche la cultura di un'efficiente gestione pubblica, infatti l'unico museo cittadino è stato affidato per bando a Coopculture. Sulla Convenzione con la Regione per la gestione del castello si evoca giustamente un consiglio comunale aperto, da tenersi nel piazzale del Castello». «La battaglia sul castello – conclude Rc - potrebbe essere vinta se l'amministrazione esprimesse una proposta concreta e condivisa con la cittadinanza. L'auspicio è che questo consiglio comunale venga convocato al più presto, invitando tutte le associazioni cittadine che per anni hanno fatto del castello un centro di aggregazione e che forse sul maniero hanno qualche idea in più con le quali definire un progetto comunale concreto per il castello da portare al tavolo tecnico».
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