TARQUINIA - «Favorire lo sviluppo senza tradire l’identità del territorio», è l’auspicio di Rinascimento con Vittorio Sgarbi che per voce di Dario di Francesco dice no ad una diversa provincia, no al più grande parco fotovoltaico d’Italia e no alle pale eoliche in mare. Tanto per fare qualche esempio.

«Qualche giorno fa scrivevamo sui media locali che una corretta amministrazione del territorio tarquiniese deve ormai misurarsi con la destinazione dell’ingente patrimonio immobiliare dismesso o sottoutilizzato, pubblico o privato che sia. Ora leggiamo che le istituzioni amministrative locali annunciano di volere concordare la regolamentazione dell’utilizzo degli immobili pubblici situati appunto nel territorio. Benissimo. Certamente tutti capiamo che il tema è di caratura inappropriata per un tempo di fine amministrazione, ma è un buon annuncio e dunque ci troverà collaborativi. - affermano da Rinascimento - Occuparsi finalmente di tutti gli immobili in questione, pineta di San Giorgio compresa, per capirci, intanto porrebbe fine a un degrado territoriale che ha superato la soglia dell’indifferente; ma, soprattutto, costituirebbe un maggior presidio sociale del territorio. Presidio del territorio che oggi appare urgente perché si stanno palesando diversi tipi di iniziative che finirebbero per trasformare Tarquinia, il suo territorio, la sua identità». «Si tratta di iniziative documentate dai media e che qui riassumiamo formulando a noi e a chi legge tre domande - spiega di Francesco -: perché politici estranei a Tarquinia possono rivendicarne la collocazione in una diversa, costituenda provincia, nella quale Tarquinia - per dimensioni e Pil - sarebbe vaso di coccio tra vasi di ferro? Perché Tarquinia deve ospitare il più grande parco fotovoltaico d’Italia, compromettendo irrimediabilmente 220 ettari di territorio di pregio? Perché Tarquinia deve guardare il suo mare e l’orizzonte fino all’Argentario, solo intravedendolo tra le pale eoliche? Finora Tarquinia si è salvata da troppe invadenze grazie alla generosa mobilitazione della sua gente. La gente di Tarquinia ha spiegato alla politica che anche su questi temi è l’ora di considerare una cittadinanza attiva nuova. Rinascimento con Vittorio Sgarbi fa dell’ascolto della comunità locale la sua cifra e non esita a promuovere dibattito per lo sviluppo». «Facciamo subito un esempio profittevole per il territorio e alternativo alle pale eoliche e ai pannelli fotovoltaici: - afferma Dario di Francesco - è disponibile una tecnologia che consente a boe sottomarine di trasformare la mai assente corrente sottomarina in energia elettrica. Si tratta di impianti off shore ancorati al fondo del mare, dal quale non emergono. Impianti totalmente invisibili che non interferiscono con la balneazione, con la navigazione, con gli animali e neppure con le posidonie. Eni già ha realizzato un impianto del genere a largo di Lampedusa. Una tale forma di produzione di energia, oltre che pienamente sostenibile e sempre disponibile, farebbe diventare il territorio interessante per le istituzioni di ricerca sia pubbliche, sia private e non solo nazionali. Tarquinia potrebbe aprire a convenzioni con Università ed enti di ricerca, per l’apertura di facoltà di fisica, ingegneria e, in generale, per tutti i piani di studio scientifici, con possibili ricadute industriali sulla meccanica di precisione. Si tratta di una proposta per mantenere l’identità del territorio, innervandolo con il progresso sostenibile, volano di economia green».

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