TARQUINIA - Amministrative Tarquinia, nasce “Tarquinia nostra”.

A costituirla il gruppo ex Rinascimento che prende le distanze dalle scelte del partito di Sgarbi.

«Fino a oggi - spiegano - Tarquinia ci ha visti militare intorno a Rinascimento con Vittorio Sgarbi. Ora, prendiamo atto che Rinascimento, per decisione romana, percorrerà una strada non condivisa con noi del territorio. Non volendo disperdere la simpatia che si è consolidata intorno a noi, abbiamo costituito Tarquinia Nostra, un centro culturale che intende promuovere Tarquinia, il suo territorio, la sua comunità, il suo sviluppo economico responsabile». «Tarquinia Nostra assorbirà, proprio come una spugna - aggiungono - ogni istanza del territorio, per esserne l’interprete migliore e portare tutte e tutti a votare, cominciando dalle prossime elezioni amministrative».

Quindi subito la presa di posizione sul dibattito cittadino in merito ai terreni all’istituto Cardarelli. «Iniziamo questo nuovo percorso occupandoci dei terreni in comodato al Cardarelli. Da quanto è dato leggere, sulla questione sarebbe stato raggiunto un accordo tra pubbliche amministrazioni, accordo che, tuttavia, non risulta partecipato dalla comunità scolastica che ne è destinataria. Tralasciando il pure non insignificante profilo di autoritarietà che la questione, per la sua caratura sociale sottostante, non meritava, l’accordo in esame è insoddisfacente non solo per le criticità che causa alla formulazione dell’offerta formativa del Cardarelli, essendo il comodato dei terreni concesso per tempi incompatibili con l’agricoltura che la scuola dovrebbe insegnarvi».

«L’accordo è particolarmente insoddisfacente per avere ingiustificatamente trascurato il particolare valore simbolico e sociale che quei terreni hanno concretamente assunto per l’intera Comunità Tarquiniese. Studenti e insegnanti del Cardarelli, cittadini tarquiniesi e imprese del territorio, tutti animati solo da autentico spirito di solidarietà sociale, hanno organizzato quei terreni per l’esercizio dell’agricoltura scolastica, rendendoli motore di una magnifica aggregazione sociale, di uno splendido patto tra generazioni per il rinnovo e lo sviluppo delle vocazioni territoriali. Perciò, quei terreni sono un meritevole fatto sociale di grande rilevanza politica e amministrativa, che non può essere adeguatamente disciplinato come una qualsiasi concessione in comodato d’uso. Gli strumenti non mancano. Le diverse amministrazioni che hanno raggiunto l’accordo di cui leggiamo, hanno certamente esercitato una loro legittima competenza e avranno ponderato gli interessi pubblici in gioco nel modo che considerano migliore. Per i motivi illustrati, noi riteniamo da rivedere l’accordo trovato dalle amministrazioni che invitiamo a una ulteriore riflessione, che auspichiamo condivisa; così come invitiamo tutte le forze politiche che hanno seguito la questione a continuare a stimolare la riflessione collettiva. Noi ci saremo».

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