CIVITAVECCHIA – «Se si decide, in piena legittimità e consapevolezza, come fatto ad esempio nella nostra città da Italia Viva, di aderire ad una coalizione che guarda al centro destra, come ammettono esplicitamente i suoi sostenitori, lo si dichiari esplicitamente senza alcun mascheramento di carattere civico, che produce equivoci e inganni». Hanno atteso qualche giorno dalla conferenza stampa nel corso della quale Italia Viva ha confermato il pieno sostegno al candidato sindaco Paolo Poletti, proposto da Forza Italia, per l’affondo al gruppo con il quale avevano aperto un confronto in vista delle amministrative. Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Unione civica per Marco Piendibene Sindaco e Demos si confermano «una coalizione senza dubbio di centro-sinistra ed è in questa veste, sostenendo un progetto di città che ha in sé tutti gli elementi che la rendono riconoscibile ad un elettorato progressista e ambientalista – hanno spiegato - vicino ai bisogni dei più sofferenti e degli ultimi, che, con orgoglio per la nostra identità, ci presentiamo all’elettorato». E criticano soprattutto «pratiche di trasformismo, troppo spesso abusate, anche nella nostra politica locale, che influiscono sulla disaffezione al voto. È quindi per difendere la “buona politica” – hanno spiegato – che denunciamo in maniera ferma il vezzo di transitare da una coalizione all’altra con eccessiva disinvoltura. Anche l’attribuirsi identità politiche improprie, generiche e inadeguate diffonde confusione e getta nello smarrimento quei cittadini che in buona fede vogliono riferirsi a precise culture politiche». 

E tornano sulle modalità con cui si è formata la  coalizione, attraverso il dialogo «con tutti coloro che potevano essere contigui ad un progetto comune e a valori condivisi. Abbiamo con ostinazione provato a costruire una sostanziale unità di un largo campo di forze che si opponesse al centro destra che aveva malgovernato Civitavecchia – hanno concluso –  lo abbiamo fatto senza mai prevaricare e perseguendo il fine della massima condivisione attorno ad un programma e ad una candidatura da nessuno degli interlocutori mai avversata. Altri hanno ritenuto di perseguire strade diverse. Ciò è del tutto legittimo ma non è accettabile che si attribuisca a chi, come noi ha mantenuto una solida coerenza, la responsabilità di aver operato divisioni».