BLERA - Il ponte sarà riaperto al traffico veicolare domani mattina.

L’annuncio è del sindaco Nicola Mazzarella, che annuncia l’ordinanza che vieterà il traffico pedonale fino al termine dei lavori di adeguamento delle barriere esterne e istituirà il traffico a senso alternato, regolato da impianto semaforico. Della questione ce e siamo occupati sabato scorso, spiegando come la situazione fosse ormai divenuta gravosa per i residenti, visto che, di fatto, il paese era diviso in due. «In questa situazione - spiega il primo cittadino - io mi assumerò la responsabilità di riaprire il ponte e di monitorare che il divieto di transito pedonale venga rispettato. Dopo le festività natalizie - spiega - verranno effettuati i lavori di messa in sicurezza delle barriere esterne, che richiederanno una ulteriore chiusura del ponte per poche settimane, della quale avrò modo di parlare a seguito degli incontri programmati entro fine anno con la Provincia, la Direzione dei Lavori e l’impresa. Da quando il ponte è stato chiuso, ho avuto modo di parlare con chiunque mi abbia chiesto informazioni: per strada, nel mio ufficio, per telefono, via Messenger, via Whatsapp, via post o in consiglio Comunale. Per la verità, questo è quello che ho fatto sin dal primo giorno in cui sono diventato sindaco, parlando di qualsiasi argomento. Nessuno è mai rimasto senza una mia risposta».

In ogni caso, faccio un breve riepilogo di quanto ho già detto molte volte». Mazzarella spiega quindi che «i lavori sul ponte sono stati affidati all’impresa esecutrice dall’amministrazione competente, ovvero quella provinciale e che Blera non dispone di vie secondarie di collegamento». «La mia amministrazione e quelle che verranno hanno il dovere di immaginarle, progettarle, cercare gli ingenti fondi che occorreranno per realizzarle e metterle in campo, in un processo per il cui completamento non basteranno certamente 2-3 anni e che nella storia non è stato mai intrapreso. Per migliorare e rendere transitabili le strade esistenti, comunque inadeguate a sostenere il normale traffico tra una parte e l’altra del paese, occorrerebbero più soldi di quelli spesi per mettere in sicurezza il ponte; né la Regione, né alcun ministero erogheranno mai i fondi necessari per mettere in sicurezza una strada di campagna, essendo tali risorse, giustamente, destinate al consolidamento delle rupi sulle quali sorgono i centri abitati - aggiunge il sindaco -. L’amministrazione comunale, con la collaborazione della Prefettura, della Provincia di Viterbo e del Comune di Barbarano Romano, ha chiesto e ottenuto la rimozione dell’ordinanza che gravava sulla Strada delle Quercete, rendendo possibile il transito sia delle macchine, che degli autobus (a seguito dell’effettuazione delle prove di carico); il Comune è parte terza nel rapporto contrattuale sorto tra la Provincia e l’impresa». In considerazione di ciò «l’amministrazione comunale non ha alcun rapporto giuridico con l’impresa esecutrice dei lavori e può solo monitorare e cercare di sollecitare, ma, come più volte approfondito con la Prefettura, non ha alcuno strumento legale per forzare i tempi contrattuali che conferiscono all’impresa una piena libertà di organizzazione. Considerata l’impossibilità di agire sui tempi contrattuali, l’unico risultato perseguibile e ottenuto dall’Amministrazione Comunale grazie alla collaborazione della Direzione dei Lavori e della Provincia è stato quello di riaprire il ponte a partire da mercoledì mattina. Ribadisco che per arrivare a questa apertura mi assumerò la responsabilità di aprire il ponte al traffico veicolare sebbene al momento non sia possibile transitare a piedi a causa dell’insufficiente altezza dei parapetti; per questo sarà interdetto il passaggio sui marciapiedi». Il sindaco chiarisce, inoltre, che i lavori realizzati sono il frutto della coniugazione di 2 diversi tipi di esigenze: «Rendere il ponte più sicuro: a questo proposito sono stati alzati i marciapiedi e installati i guardrail a protezione delle barriere esterne e del passaggio pedonale, che ora sarà sicuro e protetto; nell’ottica di garantire un percorso pedonale in sicurezza, aggiungo che abbiamo avviato la progettazione di un marciapiede che conduca alla Stazione in prosecuzione di quello realizzato sul ponte; e conservare l’aspetto storico del ponte: a questo riguardo, la Sovrintendenza ha imposto, tra le altre cose, che i guardrail fossero in corten, per dare agli stessi un aspetto che evidenzi il fatto che il ponte è stato costruito quasi un secolo fa».

Mazzarella conclude dicendo di comprendere «la rabbia, che è anche la mia, per i disagi patiti e che capisco gli sfoghi dei cittadini per lavori che non hanno rispettato le tempistiche che ci erano state promesse perché eseguiti con una forza lavoro del tutto inadeguata all’importanza del ponte come via di collegamento per il nostro paese. In tutta onestà, però, non ho alcun dubbio che abbiamo fatto il massimo per cercare una soluzione a questa situazione inaccettabile, per risolvere la quale non avevamo alcuna carta in mano, se non la perseveranza. Ma quando si fa il Sindaco si prendono oneri e onori: si può essere lodati senza che si abbiano grandi meriti e criticati senza avere particolari responsabilità. Questo fa parte del gioco e bisogna accettarlo». «Ciò che mi dispiace è leggere di non aver risposto ad una lettera che il Comune e la Provincia hanno ricevuto qualche settimana fa, nella quale si chiedeva “alle autorità committenti”, ovvero alla Provincia che ha affidato i lavori instaurando un rapporto giuridico con l’impresa, il motivo della lentezza dei lavori. Quella lettera l’avevo avallata e avevo appoggiato la raccolta firme.

Abbiamo condiviso con chi me l’ha inoltrata il fatto che quella PEC servisse a rendere più tangibile il disagio dei nostri concittadini e a rafforzare le richieste che ho portato ai tavoli della Provincia, ma avevo fatto capire che quella risposta non spettava a me, perché io non ho alcun rapporto giuridico con l’impresa e non potevo perciò fornire alcuna risposta ufficiale. Ciò, tra l’altro, mi pareva fosse chiaro anche a chi la lettera l’aveva scritta, che infatti aveva chiamato in causa “le autorità committenti». Dovere di un sindaco non è però quello di alimentare le polemiche, perché a volte può accadere che non ci si capisca, ma quello di andare avanti. Sempre. Tra la gente, per la gente», conclude.

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