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«Il Melonismo è un fenomeno che durerà trent’anni, perché frutto di un percorso politico iniziato ottant’anni fa e scritto con i fatti». Ne è certo Italo Bocchino, autore del libro “Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra”, presentato venerdì pomeriggio all’auditorium di Unindustria Viterbo con la moderazione del giornalista Mediaset Marco Baronti.
Si è trattato dell’evento che anticipa l’edizione di Atreju 2024 che inizia oggi a Roma. Insieme a loro, sul palco, Mauro Rotelli, presidente della commissione ambiente della Camera e, per un saluto iniziale, la vicepresidente del parlamento europeo Antonella Sberna.
Tutto il popolo di Fratelli d’Italia ha gremito in ogni ordine di posti l’auditorium per sentire le parole di Italo Bocchino, giornalista, scrittore ed ex parlamentare.
In prima fila i consiglieri regionali Giulio Zelli e Daniele Sabatini con tutti i sindaci e gli amministratori di FdI presenti. Da Civitavecchia anche Massimiliano Grasso, capogruppo di FdI in consiglio comunale.
Non sono mancati esponenti di altre categorie economiche e sociali e tanti militanti. Dopo i saluti e i ringraziamenti di Mauro Rotelli ha preso la parola la vicepresidente del parlamento Ue Antonella Sberna. «Ad Atrjeu ci saranno tanti ospiti internazionali – ha detto all’inizio dell’evento la vicepresidente – che ci racconteranno come vedono l’Italia. Tante volte in Ue viene detto che quello di Giorgia Meloni è il primo governo stabile dopo tanti anni. Siamo alla decima Legislatura, 50 anni del Parlamento europeo».
L’intervista di Marco Baronti a Italo Bocchino è iniziata con la domanda sul perché del titolo del libro e con l’accenno a Ignazio Larussa che ha definito il volume “un manuale di difesa civile della destra”. Bocchino ha esordito apprezzando il lavoro politico di Mauro Rotelli definendolo «la bella destra», Antonella Sberna che occupa «posizioni apicali» e Viterbo che «garantisce percentuali altissime per la destra». Sul titolo Bocchino ha detto che «non è mio che lo avevo chiamato ‘Il capriccio della storia’, frase di Giorgia Meloni al congresso di Trieste. Ho mandato questo titolo a una decina di colleghi giornalisti e mi ha chiamato Cruciani dicendomi ‘Che c… è questo titolo da intellettuali?’. Il titolo è suo, di Giuseppe Cruciani, mentre il sottotitolo è mio perché smonto tutte le accuse della sinistra. Nell’introduzione ho fatto un’analisi giornalistica, ho preso le fasi della storia della Repubblica: 1948, 1992, 2022. Nei momenti chiave elettorali l’Italia va sempre a destra. Nel 1948 c’erano due blocchi. Gli elettori scelsero l’alternativa alla sinistra. Con Tangentopoli si preparava a vincere le elezioni la sinistra ma spunta come un fungo Berlusconi e gli elettori di destra trovano un altro sbocco. Finisce l’epoca del berlusconismo e arriva una terza opportunità per la sinistra ma spunta, stavolta, Giorgia Meloni. Prima la Dc, poi la destra liberale e ora i nazional-conservatori».
Alla domanda di Baronti se siamo sicuri che l’Italia sia veramente di destra, Bocchino precisa: «Sicuramente gli italiani sono più di destra più di quanto lo sia l’Italia apparato – dice il giornalista e scrittore – come la Magistratura e l’Università. L’Italia è stata occupata in alcuni suoi gangli vitali, fanno ridere Conte e Schlein, l’opposizione l’ha fatta la sinistra giudiziaria, oggi debole perché si sono screditati, mentre la sinistra giornalistica è forte: Gruber, Floris, Formigli, Ranucci. Io sono certo che il melonismo durerà trent’anni. Smantellare il meccanismo che fa sì che accendi la tv e ti dicono che il Paese è tutto finito mentre non ci sono indicatori negativi da quando c’è la Meloni». Quindi Baronti ha chiesto a Bocchino perché vede una certezza granitica in Giorgia Meloni. L’autore ha risposto che «ora ho il necessario distacco visto che è da 10 anni che non faccio più politica. C’è una differenza di postura etica con altri che hanno superato il 30% di sinistra: dietro il 30% di FdI c’è una storia con persone che hanno iniziato nel 1948 il loro percorso politico. Gli altri sono fuochi di paglia, qui c’è legna di quercia. Racconto una vicenda personale: dovevamo comprare con mio padre Il Secolo d’Italia e facevamo un chilometro andando all’edicola della stazione perché quello era dei nostri, mi diceva mio padre: “Se Biden grazia il figlio viene giustificato, come John Kennedy che nominava Bob ministro della giustizia. Quando si parla Arianna Meloni, invece, che non ha cariche, né viene graziata e va a fare un ruolo di fatica, allora la Sinistra parla di familismo della Destra in Italia. Eravamo un mondo escluso ma loro non hanno mai avuto la cultura della comunità come noi. Goffredo Bettini, il Pino Tatarella della sinistra, ha detto che il mio libro è per quelli di sinistra, perché se non lo leggono continueranno sempre a perdere». Nella parte finale dell’intervista Italo Bocchino ha usato parole forti contro Landini e fatto una previsione per il futuro del centrodestra. «Landini è l’altro esempio del vuoto della sinistra politica – ha detto - sta soffiando sul fuoco ed è pericoloso. A me non fanno paura. È la destra che si occupa dei non garantiti e non la sinistra. Il melonismo nasce dalla fusione della personalità della Meloni con le paure e i bisogni del popolo italiano. Sono i problemi interni che hanno fatto il male al centrodestra non quelli esterni. Bossi e Casini ruppero perché Berlusconi provò a sfilarsi il partito. La Meloni ha alle spalle gli insegnamenti degli errori di Fini, Bossi, Renzi e Berlusconi e non ha pretendenti, la leadership non è contendibile». Quale sarà il futuro delle alleanze per la destra? «Nel libro scrivo che la Meloni avrebbe avuto interesse ad allargarsi al centro – conclude Bocchino - perché la Lega si è collocata a destra di FdI e con il premierato devi allearti: le ipotesi potrebbero essere Italia Viva e Azione, serve andarsi a prendere quel consenso di centro. La Meloni ha bisogno di stabilità dell’attuale coalizione ma credo governerà fino al 2027 e verrà riconfermata. Tre gli obiettivi di cui il primo già raggiunto: essere la prima donna e leader di destra al governo, un solo governo senza bis ed essere la prima a essere rieletta».