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CIVITAVECCHIA – Il M5S lancia l’allarme. Un nuovo allarme in vista dell’uscita dal carbone di Tvn e di un percorso di transizione energetica del territorio ancora da definire. «Lo scorso 13 settembre, infatti, si è tenuto un incontro al Ministero nel corso del quale è emersa una preoccupazione – hanno spiegato – che se fosse confermata, sarebbe di una gravità assoluta. Nel processo di chiusura della centrale, si è sempre chiesto ad Enel di iniziare lo smantellamento dei gruppi solo dopo la fine del 2025, per garantire alle società metalmeccaniche locali una continuità lavorativa fino alla realizzazione dei nuovi progetti su quell’area. Al contrario, sembrerebbe che Enel potrebbe ottenere da Terna la possibilità di demolire e non smantellare i gruppi fin da subito e comunque prima di dicembre del prossimo anno. Questo è inaccettabile perché lascerebbe le aziende, in particolare quelle metalmeccaniche ed alcune portuali, senza possibilità di organizzarsi, con un pugno di mosche in mano e una probabile situazione devastante da un punto di vista lavorativo».
Già ieri sono stati annunciati i primi 17 esuberi da parte di Minosse, la società che si occupa dello scarico del carbone, con Usb e Filt Cgil sul piede di guerra.
Il M5S chiede oggi «a tutte le forze politiche, sindacati ed anche a Unindustria di fare quadrato su questo argomento e non permettere in nessun modo che questo scenario si realizzi. Non possiamo permettere ad Enel di spegnere l’interruttore ed andarsene – hanno aggiunto – senza tenere in conto del problema lavorativo e sociale che si verrebbe a creare con una demolizione immediata della centrale. Per noi la strada da seguire del post carbone è chiara ma Enel deve accompagnarci per far in modo che Civitavecchia possa avere un futuro nuovo e garantendo il livello occupazionale fino all’avvio dei nuovi progetti che dovranno essere sicuramente con un’impronta green nel rispetto completo della salute. Enel lo deve alla città, ai cittadini, alle aziende e a tutto il territorio».
E questo è il momento della concretezza e della decisione. Soprattutto di quell’unità del territorio che è stata alla base della costituzione del tavolo al ministero. Nell’ultimo incontro il sindaco Marco Piendibene, accompagnato dagli assessori D’Antò, Alessi e Giannini, avrebbe analizzato i progetti presentati per il post-carbone, frenando però come già dichiarato in precedenza, su iniziative come quella legata alla produzione di biofuel. Nel suo discorso di fine mandato il presidente Unindustria Cristiano Dionisi ha invitato a valutare con attenzione tutti i cinque progetti presentati al tavolo, «perfettamente sovrapponibili e complementari tra loro e non alternative. Sta quindi a noi lavorare per portare a casa il risultato che decine di aziende e centinaia di lavoratori di questo territorio si aspettano: nuovi progetti – ha spiegato – che possano rispondere alla grande emergenza ormai alle porte. Noi siamo sempre stati e sempre saremo disponibili ad un confronto che porti allo sviluppo e alla crescita del territorio. D’altronde i cinque progetti rientrano nel perimetro, anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, definito dall’accordo unitario del territorio, che ci ha portato a sederci insieme al tavolo».
«La nostra amministrazione – è la conclusione del M5S – ha dato la massima priorità per trovare soluzioni adatte a garantire la continuità lavorativa di tutti i lavoratori preoccupati, giustamente, della dismissione della centrale Tvn». Spetta quindi al territorio, indicare la strada, a pochi passi ormai dalla fine di un percorso lungo decenni.