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CERVETERI - «Resto al mio posto». Lo ha detto a chiare lettere la sindaca di Cerveteri Elena Gubetti ieri in consiglio comunale dopo la defezione dalle file della maggioranza di Governo Civico e Cerveteri democratica. Sono ben otto i consiglieri che hanno fatto il passo indietro. Con loro anche l'assessore alle Opere pubbliche, Matteo Luchetti (Governo Civico) e alle Politiche sociali, Francesca Badini per Cerveteri democratica (anche se il sindaco è tornata a ribadire come la decisione sia stata presa per «motivi personali»). «Porterò avanti tutti gli impegni presi con i cittadini di Cerveteri», ha sottolineato Gubetti che ha invitato i "dissidenti" a «restare al mio fianco per perseguire i punti programmatici che insieme abbiamo sottoscritto».
«La città conta sul nostro senso di responsabilità, di ciascuno dei consiglieri comunali».
Resta al suo posto, al fianco della sindaca Gubetti la vicesindaca Federica Battafarano, anche lei esponente di Governo Civico che, a detta del primo cittadino, era pronta al passo indietro e a rimettere le sue deleghe nelle mani di Gubetti.
Fuori da Governo civico il consigliere Geronzi: «Non condivo le scelte fatte. Passo al gruppo misto - ha detto - al fianco del sindaco Gubetti». Poi l’attacco sferrato da Federico Salomone: «Pascucci (il coordinatore di Governo civico che però n on ha sottoscritto l'atto, ndr) non può tirare il sasso e nascondere la mano e i consiglieri civici diano una spiegazione ai cittadini di quello che hanno fatto». E mentre dall'opposizione il consigliere Ramazzotti evidenzia come il primo cittadino, che si impegna a portare «avanti tutti i programmi», in realtà «non ha più la maggioranza». Un botta e risposta dietro l'altro andato avanti per più di un'ora dove consiglieri di maggioranza e opposizione hanno chiesto a più riprese ai due gruppi politici, protagonisti "dell'ammutinamento" delucidazioni sulle motivazioni. Motivazioni "aletaorie": «criticità nell'ottenimento dei risultati», come detto dal capogruppo Nucci. «A nostro avviso è urgente necessità un intervento riorganizzativo forte e immediato senza il quale - ha detto - i risultati che la città aspetta, potrebbero non arrivare. In questa nuova posizione saremo più attenti a far rispettare il programma». Ma «non è con il ricatto che si ottengono gli obiettivi», ha sottolineato il consigliere e segretario del Pd Zito che ha invitato i consiglieri "dissidenti" ad «abbassare i toni» perché i modi utilizzati non sono quelli «della politica e di chi fa politica». «Non è che così che si può pensare di lavorare per i prossimi tre anni. Credo - ha concluso Zito - che la scelta di bloccarci, perché qualcuno anziché approfondire le questioni, pensa di risolvere le cose a colpi di accetta» non è la scleta migliore. Da qui l'appello «al senso di responsabilità».