CIVITAVECCHIA - Alcuni partiti hanno presentato al Consiglio Comunale di Civitavecchia di una mozione per la concessione della cittadinanza onoraria a  Egea Haffner  che da giovanissima  istriana, nel 1946 fu costretta, insieme alla sua famiglia,  ad abbandonare il suo paese e rifugiarsi in Italia. "Siamo consapevoli del dramma che questa bimba e la sua famiglia subirono insieme a tantissimi loro connazionali - spiegano dall'Anpi - così come sappiamo che causa di questo  drammatico esodo furono le  scelte  fatte,  in quel periodo, del governo  comunista   Jugoslavo. Quindi nessuna indulgenza e ferma condanna verso i responsabili di quelle  situazioni cosa peraltro già  affermata dai Presidenti Della  Repubblica Ciampi, Napolitano e Mattarella. I ricordi di quanto accaduto debbono suscitare rispetto e dolore senza retorica e sterile propaganda. Solo una serena ricostruzione  dei fatti, inseriti nel contesto delle situazioni reali può evitare  strumentali ricostruzioni di parte e produrre  serie analisi storiche. È certamente  ingannevole non inserire quei gravi episodi in un contesto più ampio, quello cioè della guerra dichiarata alla Yugoslavia  da parte dei  governi fascista di Italia e nazista di Germania  nel 1941, delle barbare e indiscriminate repressioni delle popolazioni di origine slava, repressioni  che si inasprirono ulteriormente dopo l’8 settembre 1943,  della guerra di liberazione di quel paese cui parteciparono anche italiani. Come pure risulta essere una grave forzatura della  storia l’equiparare l’esodo, il dramma delle foibe con l’olocausto in cui  i nazisti, in Italia anche con il sostegno del regime fascista di Salò programmarono e misero in atto non soltanto la completa eliminazione fisica degli ebrei  ma   anche  la resa in schiavitù delle popolazioni delle nazioni conquistate compresa la Yugoslavia. Non sappiamo quali saranno le decisioni del Consiglio Comunale rispetto alla mozione presentata. Siamo sicuri che l’eventuale accoglimento della  mozione non sarà   la contropartita al voto opportunamente dato  all’unanimità per la  cittadinanza alla senatrice Liliana Segre. Il contrario - concludono dall'Anpi - sarebbe ingeneroso ma anche  un grave errore storico".