Oggi pomeriggio, in VIII commissione, si è tenuta l’audizione di produttori, sindaci, associazioni di categoria e tecnici al fine di affrontare l’emergenza legata all’invasione delle cimici asiatiche nei paesi del comprensorio dei Monti Cimini. L’incontro in Regione si è reso necessario a fronte dei notevoli disagi subiti dai cittadini nel corso delle ultime settimane e, soprattutto, dei preoccupanti dati sul danneggiamento dei raccolti agricoli, stimati tra il 19 e il 30%.

Tra gli auditi l’assessore provinciale Ermanno Nicolai, il sindaco di Canepina Aldo Moneta, il vicesindaco di Caprarola Eugenio Stelliferi, il sindaco di Fabrica di Roma Claudio Ricci, il sindaco di Vallerano Adelio Gregori, l’assessore comunale di Vignanello Giacomo Andreocci, il presidente di Assofrutti Pompeo Mascagna, il presidente di Confagricoltura Remo Parenti, il presidente Sergio Del Gelsomino, l’agronomo della cooperativa Cpn Gianluca Santinelli e Andrea Ferrante del Biodistretto della via Amerina. Tutti gli intervenuti hanno espresso preoccupazione per l’assedio delle cimici, chiedendo alla commissione un piano d’intervento per debellare paesi e coltivazioni dagli insetti. Il docente Unitus Stefano Speranza, invece, ha analizzato dal punto di vista scientifico le ragioni che hanno portato all’arrivo di questi nella Tuscia, in particolare il caldo anomalo.

«Questo insetto – spiega Valentina Paterna, presidente della commissione Ambiente e agricoltura - può attaccare 300 diverse piante e può infestare anche altre zone laziali e della provincia di Viterbo. L’Unitus ha fatto sapere di essere a disposizione con un pool di esperti per sviluppare dei programmi tecnici e approfondire il tema, oltre che per sviluppare sistemi di controllo e contenimento».

«La Regione – dichiara in conclusione Paterna – ha intenzione di intervenire nel breve periodo e sta prendendo in considerazione anche il lancio di un antagonista biologico per combattere la cimice. La situazione è seria: ci troviamo di fronte ad un attacco che sta causando danni all’agricoltura viterbese stimati intorno ai 60 milioni di euro, quindi è fondamentale ragionare una strategia concreta. In accordo con la dottoressa Alessandra Bianchi dell’area servizio fitosanitario, analizzeremo la possibilità di utilizzare la cosiddetta ‘vespa samurai’. Tuttavia, la lotta biologica richiede autorizzazioni governative e uno sforzo finanziario per almeno tre anni al fine di raggiungere risultati sufficienti. Nel frattempo, saranno quindi vagliati altri sistemi alternativi per liberare i territori colpiti.

La Regione, tramite gli uffici preposti e l’Astral, organizzerà un tavolo di coordinamento per esaminare le operazioni plausibili. Sarà mio personale impegno discuterne con gli assessori Righini e Palazzo».

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