CIVITAVECCHIA – Prove tecniche di campo largo nel centrosinistra in vista del ballottaggio, seppure con qualche ostacolo. Dopo l’intenzione manifestata dalla coalizione a sostegno di Enzo D’Antò (M5S, Lista D’Antò e Civitavecchia popolare) di aprire ad un appoggio concreto a Marco Piendibene, proprio nel centrosinistra e nel gruppo che al primo turno è arrivato al 21% si ragiona sulle varie ipotesi in campo. Di certo c’è l’apertura alla collaborazione, da parte di Piendibene che non chiude porte a nessuno e che ha già incontrato lo stesso D’Antò ma anche Roberta Galletta. Dalla “quota rosa” nessuna richiesta in merito, mentre dalla coalizione a Cinque Stelle di richieste ne sono state avanzate. E sono quelle che oggi hanno fatto protendere verso un accordo più politico che ufficiale, attraverso un apparentamento.

«Non deve stupire il dialogo aperto tra noi e il M5S» ha chiarito Piendibene ricordando come la strada per la costituzione di un campo largo, anche a Civitavecchia, in vista delle amministrative, risale a diversi mesi fa. Dal centrosinistra l’idea di presentarsi con un’unica proposta, rifiutata inizialmente dal M5S, con lo stesso Piendibene che, una volta individuate le candidature sua e di D’Antò per i due gruppi, alla luce della vittoria alla regionali sarde di Alessandra Todde, aveva lanciato un’ulteriore mano verso i compagni di opposizione alla Pucci, per un passo indietro di entrambi che servisse per trovare una sintesi. Ma anche in questo caso, invano.

«L’idea era quella, quindi, di usare il primo turno di amministrative come una sorta di primarie – ha aggiunto Piendibene – oggi, a fine primo tempo, siamo tornati a dialogare in questo senso». La proposta iniziale del centrosinistra ruota attorno ad un accordo politico: sul tavolo posti in giunta o presidenza del consiglio, senza apparentamenti, e quindi rimanendo con 15 consiglieri della coalizione di Piendibene e due del M5S. I grillini avrebbero rilanciato, non disdegnando la strada dell’apparentamento che consentirebbe – in caso di accordo formale con il M5S – di portare alla Pucci altri due consiglieri: dentro quindi, oltre a D’Antò e Aprea, anche Lecis e Menditto, “sacrificando” due esponenti del Pd, uno di Avs e uno di Unione civica. Un’ipotesi al vaglio del centrosinistra, questa, a differenza dell’altra paventata dal gruppo di D’Antò: quella sì di un apparentamento, ma includendo tutta la squadra di D’Antò, compresa lista civica e Civitavecchia popolare, Il che, a conti fatti, porterebbe il centrosinistra ad avere “solo” 9 consiglieri comunali rispetto ai 15 iniziali – in caso di vittoria al ballottaggio – cedendo altre sei poltrone alla coalizione che ha sostenuto il candidato sindaco Enzo D’Antò. «Un campo largo con il solo M5S può andare bene – ha sottolineato Piendibene – ma con tutte le liste è troppo per noi, non possiamo proprio accettarlo. La disponibilità al sacrificio è già ampia garantendo altri due consiglieri alla Pucci». A questo punto, pur di non spaccare il fronte dentro casa, D’Antò potrebbe virare sulla prima opzione, quella dell’accordo politico improntato sulla giunta.

VINCENZO D’ANTÒ – Anche perché lo hanno ribadito oggi: «Anche se la nostra proposta di apparentamento non ha avuto finora il riscontro atteso, restiamo convinti della necessità di contrastare questa destra. Dopo intense discussioni e un sincero tentativo di costruire un fronte comune, contro una destra che riteniamo quanto di più dannoso per la città, la coalizione di centrosinistra non ha ancora deciso (tecnicamente c'è tempo fino a domenica alle 12:00) di accettare l'apparentamento formale con la nostra intera coalizione composta da M5S, Lista D'anto e Civitavecchia Popolare. Ci è stato invece chiesto, per altro in via informale – ha spiegato - di escludere gran parte della coalizione. Ritengo sia una richiesta che, come candidato sindaco e rappresentante di un gruppo coeso e che lavora da tempo per la città, non sia percorribile: non coinvolgere ogni singola componente del gruppo sarebbe una modificazione per chi si é speso senza risparmiarsi per sostenere il progetto oltre che un favore a questa destra. Nonostante questa situazione, consapevoli dell'importanza del momento storico, riteniamo di dover comunque sostenere il fronte che domenica 23 si troverà ad arginare una delle peggiori destre che si prospettano nel futuro di Civitavecchia: pensiamo sia un dovere civico per chiunque ami la città. Nella certezza di interpretare il dovere dei nostri sostenitori, ribadiamo loro che non smetteremo mai di lottare per i nostri ideali e per la nostra visione di Civitavecchia. Nella convinzione che insieme – ha concluso D’Antò – si possa fare la differenza con maggiore efficacia, non rinunciamo alla speranza di un futuro migliore per la nostra città».