Roma, 29 mag. (Adnkronos Salute) - "La situazione italiana dell'osteoporosi, aggiornata al 2021, è di circa 4 milioni di pazienti, di cui l80% donne". Questo però "non significa che non debbano fare attenzione anche gli uomini. Si tratta di una patologia importante, che ha un impatto clinico ma anche in termini di costi, con un peso stimato intorno ai 10 miliardi l'anno. Se non facciamo qualcosa, con l'invecchiamento della popolazione la situazione tenderà a peggiorare. Quindi è assolutamente necessario un atteggiamento preventivo". A dirlo è Maurizio Rossini, professore di Reumatologia alluniversità di Verona e direttore dellunità operativa complessa di Reumatologia dellazienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, intervenendo, oggi a Milano, alla presentazione della campagna di informazione 'Non romperle! Non perdere tempo e proteggi le tue ossa', nata con lintento di informare e sensibilizzare la popolazione sullimportanza della salute delle ossa e promossa da Italfarmaco con il patrocinio di Fedios, Federazione italiana osteoporosi e malattie dello scheletro. In tema di prevenzione, si deve innanzitutto guardare a quella non farmacologica. "Se ci sono dei fattori di rischio da correggere, come fumo, abuso di alcol ed errori alimentari, vanno corretti - sottolinea Rossini - Poi, in caso di carenze, bisogna pensare alla supplementazione, in particolare di calcio e vitamina D, 2 elementi che sono fondamentali per la salute delle ossa dopodiché, se ci sono forme avanzate di osteoporosi, si ricorre a farmaci". Nella pratica clinica "osserviamo che spesso cè un deficit di introito alimentare di calcio e, quindi, dobbiamo ricorrere a una supplementazione - aggiunge lesperto - Di fronte a una carenza di vitamina D - molto diffusa in Italia - dobbiamo pensare a una supplementazione adeguata, preferibilmente giornaliera. Se trattando le carenze e intervenendo sugli stili di vita, come alimentazione e attività fisica, non si ha un risultato sufficiente, bisogna aggiungere un trattamento farmacologico che, nel caso dell'osteoporosi, è rappresentato da 2 classi di farmaci: quelli che rallentano lattività delle cellule che riassorbono losso e quelli che stimolano le cellule che formano osso, gli osteoblasti. Oggi - chiarisce - abbiamo delle ottime opportunità terapeutiche. LIstituto superiore di sanità e lAifa riconoscono che nelle forme più severe di osteoporosi, ossia in pazienti ad alto rischio di frattura, lapproccio terapeutico più indicato è il cosiddetto trattamento anabolico". "Spesso vedo pazienti con convinzioni errate, derivanti da una cattiva comunicazione o da fake news, legate ad un presunto effetto negativo sul rischio cardiovascolare della supplementazione di calcio - evidenzia Rossini - In realtà la supplementazione va solo a correggere una carenza, ristabilendo quindi livelli fisiologici di calcio. In questo caso non cè assolutamente nessun documentato aumento del rischio. Lo stesso vale anche in caso di supplementazione con calcio e vitamina D, il timore della calcolosi renale, a parte alcune patologie particolari, è assolutamente remoto perché, appunto, andiamo a correggere un deficit, senza ovviamente esagerare. Se ci limitiamo alla correzione del deficit - conclude - non corriamo nessun rischio".