Roma, 8 set. (Adnkronos) - Otto giovani su 10 criticano il proprio corpo, più del 50% modifica il modo di vestirsi per paura dei giudizi. Perché quasi 6 adolescenti su 10 subiscono provocazioni e prese in giro legate a peso, altezza, colore della pelle, capelli etc. La pressione estetica esercitata dai social media ha un impatto fortissimo sulla vita di ragazze e ragazzi: oltre 7 su 10 riconoscono come i corpi perfetti o ritoccati proposti online siano irreali, ma nonostante questo sempre 7 su 10 vogliono cambiare il proprio aspetto per apparire allaltezza di questi standard di bellezza irraggiungibili. Le ragazze, più dei ragazzi, sono bersaglio di aspettative rigide. All80% degli adolescenti viene detto costantemente quali sono le cose giuste da fare per essere maschi e femmine. Ancora 7 su 10 non sanno a chi rivolgersi per dubbi su sesso e relazioni. Troppo spesso il porno diventa lunica scuola per loro. È quanto rivela lindagine Affettività e stereotipi di genere. Come gli adolescenti vivono relazioni, genere e identità condotta da Webboh Lab per ActionAid. Una fotografia complessa realizzataattraverso i fondi 8x1000 dellIstituto Buddista Italiano Soka Gakkai,che racconta le nuove generazioni, i loro bisogni urgenti e le criticità che affrontano quotidianamente fuori e dentro la scuola. Sono 14.700 gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni che hanno partecipato alla ricerca, divisi tra il 51% maschi, il 43% femmine e il 6% di identità fluide, non binarie o alternative, tutti uniti da una forte domanda di ascolto da parte degli adulti. ActionAid da molti anni fa ricerca e raccoglie problemi e desideri dei più giovani. Questa indagine da una nuova conferma di come ragazze e ragazzi non solo ci parlano con grande consapevolezza di una società sessista e discriminante, ma anche di quanto il giudizio e stereotipi provochino disagio e malessere psicologico: un campanello dallarme considerata la loro fragilità in questa fase delicata di crescita e di scoperta - spiegaMaria Sole Piccioli, responsabileEducationdi ActionAid.Ancora una volta torniamo sui banchi di scuola, senza una riforma organica che introduca leducazione alla sessualità e allaffettività nelle scuole. Questo Governo e il Ministro Valditara rispondono in modo inopportuno alle richieste di studenti, docenti e società civile, applicando una lettura di genere binaria e strutturando precisi passi indietro con alcune proposte politiche: come il recente decreto sul consenso informato preventivo dei genitori e lesclusione di infanzia e primaria da programmi didattici sulleducazione sessuale e affettiva, questioni pedagogicamente inscindibili tra loro. Indagine ActionAid Webboh: tante forme di esclusione e pressione sociale. Dalla ricerca emerge come oltre il 71% del campione abbia assistito a situazioni di derisione, di discriminazione di una persona per come si veste, si esprime o si muove, perché considerata "troppo femminile" o "troppo maschile". Allo stesso tempo tra i più giovani cè crescente consapevolezza critica verso i modelli di genere rigidi e giudicanti che gli vengono imposti anche online: le frasi Alcuni/e influencer danno messaggi sbagliati su come deve essere una ragazza o un ragazzo e Molte canzoni e video musicali fanno sembrare normale che il ragazzo comandi hanno forte consenso tra la maggioranza dei giovani interrogati. Aspettative digitali e giudizio sociale si intrecciano e rivelano come sia complesso lo spettro dellesclusione e della violenza. Sono i 5 profili degli e delle adolescenti italiane che scaturiscono dallanalisi di 17 caratteristiche che riguardano stereotipi di genere, pressione sociale, emozioni, media e cultura. Un quadro variegato tra oppositori/sostenitori del cambiamento, ma anche di figure ambigue. I due gruppi più numerosi sono gli Adolescenti anti-stereotipi e i Vigili Culturali, che rappresentano insieme il 46% del campione: una generazione pronta ad accogliere la parità di genere in modo attivo, critico, empatico. Questi giovani rifiutano con chiarezza la violenza, la disuguaglianza morale e le imposizioni culturali e mostrano consapevolezza dei modelli tossici trasmessi da media e tradizione. Un gruppo ampio, ma silenzioso invece i Tradizionalisti Inconsapevoli che rappresentano il 21% del campione aderisce a ruoli predefiniti in modo apparentemente innocuo, ma riproduce a livello personale gli stereotipi di genere della società patriarcale, sui ruoli definiti nelle relazioni tra uomo e donna. I Giustificazionisti, che rappresentano il 16% del campione esprimono il lato più problematico, giustificando la violenza come forma damore, colpevolizzando le vittime, a riprova di quanto il sessismo interiorizzato sia ancora presente anche tra i più giovani. Infine, il cluster più ambiguo i Progressisti Distorti che si attestano al 17% dimostra quanto la cultura digitale possa generare confusione, producendo ragazzi e ragazze che rifiutano gli stereotipi più visibili (differenze nei doveri familiari e di cura, doppio standard e divisione tra maschi forti e ragazze emotive), ma legittimano quelli più gravi: credenze pericolose legate al controllo, alla violenza e al giudizio. Ma gli adolescenti di cosa vorrebbero parlare nei percorsi educativi sulla sessualità? Al primo posto ci sono il consenso e il piacere (32,2%); al secondo una guida su come costruire relazioni positive (25,3%); al terzo posto un percorso su orientamenti sessuali e identità di genere (16,5%); al quarto la richiesta di informazioni su malattie sessualmente trasmissibili (9,8%) e per ultimo una riflessione sugli aspetti biologici della sessualità (5,4%). Da chi vorrebbero ricevere informazioni? Per quasi la metà di ragazze e ragazzi sono gli esperti sul tema (educatori, psicologi, medici...) a dover entrare nelle scuole per fare formazione (48,2%), affiancati da persone che hanno vissuto esperienze personali su questi temi (42,2%). I docenti, col 28,5% delle risposte, sono davanti alla famiglia, che resta al 25,6% di chi ha risposto. Coetanei formati (21%) e influencer affidabili (19,6%) sono al fondo della classifica. Dalle risposte emerge con forza la necessità di affrontare a scuola sessualità, affettività e relazioni anche come prevenzione della violenza (punteggio medio 8,25). Oltre la metà dei partecipanti al sondaggio dichiara di non sapere a chi rivolgersi nel caso di dubbi su sesso, pur riconoscendo lutilità dei consultori. È il porno a dare risposte per mancanza di alternative sicure. Circa 7 su 10 riconoscono che il porno influenza negativamente limmaginario su relazioni e consenso, evidenziando la necessità di uneducazione come strumento di consapevolezza, non di censura. Youth For Love è un programmaattivo dal 2019a livelloitaliano e europeo. Tra le scuole italiane protagoniste dellultima edizione ci sono listituto cine-tv Roberto Rossellini di Roma e listituto Oriani Mazzini di Milano. Youth For Love è attivo in altre10 scuole tra Milano, Roma, Agrigento, Palermo, Siracusa, Reggio Calabria, LAquila, Napoli e Brindisi,sviluppato dal 2022 in Italia attraverso i fondi 8x1000 dellIstituto Buddista Italiano Soka Gakkai.Lobiettivo è prevenire, individuare e affrontare la violenza di genere tra parinelle scuole medie e superiori(14-19 anni). Nel biennio 2024-2025, nel programma integrato di formazione hanno preso partequasi 800 studenti, 130 docenti, 75 genitori/tutoridellistruzioneesecondaria di primo e secondo grado. Oltre 1500 tra Dirigenti, insegnanti ed educatori hanno frequentato il corso di formazione "Youth for Love, prevenire e contrastare la violenza tra pari e di genere a partire dalla scuola", sviluppato in collaborazione con La Fabbrica ed il Centro di Womens Studies 'Milly Villa' e 60 tra istituzioni e associazioni sono stati coinvolti nelle attività di advocacy.