Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la Bce, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. E quanto si legge nel comunicato diffuso dallEurotower. Il consiglio direttivo è determinato ad assicurare che linflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da crescente incertezza, definirà lorientamento di politica monetaria adeguato seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione, viene evidenziato nella nota. Lapproccio della Banca centrale continuerà ad essere basato sui dati e a procedere riunione per riunione, ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa a Francoforte. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi, ha sottolineato Lagarde, per la quale "i rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso. Un'escalation delle tensioni commerciali ridurrebbe la crescita delleurozona, frenando le esportazioni e indebolendo l'economia globale e il perdurare dell'incertezza sulle politiche commerciali globali potrebbe trascinare al ribasso gli investimenti. Allo stesso modo le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono un'importante fonte di incertezza. La crescita potrebbe diminuire se gli effetti ritardati dell'inasprimento della politica monetaria durassero più a lungo del previsto. La crescita delleurozona potrebbe essere più elevata se le condizioni di finanziamento più facili e il calo dell'inflazione consentiranno una ripresa più rapida dei consumi e degli investimenti interni. Anche un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe contribuire alla crescita, ha detto ancora la presidente della Bce. Infine Lagarde spiega che "l'incertezza è aumentata e probabilmente peserà sugli investimenti e sulle esportazioni più di quanto previsto in precedenza. La crescita dovrebbe essere sostenuta dall'aumento dei redditi e dalla riduzione dei costi di finanziamento e secondo le proiezioni dei tecnici anche le esportazioni dovrebbero essere sostenute dall'aumento della domanda globale, a patto che le tensioni commerciali non si intensifichino ulteriormente. Le decisioni della Bce sui tassi di interesse quindi continueranno ad essere basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dellinflazione di fondo e dellintensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi. L'inflazione complessiva, indicano gli esperti, ora "si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dellinflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dellenergia. Linflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all1,9% nel 2027. Le misure dellinflazione di fondo suggeriscono perlopiù che linflazione si attesterà stabilmente intorno allobiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. Linflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dellinflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando limpatto sullinflazione, evidenzia Francoforte. Tuttavia, il processo disinflazionistico è ben avviato. Landamento dellinflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti. La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera, si legge nella nota diffusa dalla Bce al termine del consiglio direttivo. Al tempo stesso sottolinea però lEurotower lallentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto. La Bce rende inoltre noto che leconomia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all1,2% per il 2026 e all1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026, sottolinea l'Eurotower, "riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dellelevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. Laumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dellatteso incremento della domanda nel corso del tempo".