SANTA MARTINELLA – A margine del consiglio comunale di ieri, si è tenuta una manifestazione, coordinata dai consiglieri comunali e dagli ambienti della destra e di una parte della sinistra cittadina, per contestare la maggioranza di governo e per chiedere le dimissioni del sindaco Tidei. Fuori dalla sede comunale, una cinquantina di attivisti con striscioni e bandiere, hanno contestato il primo cittadino all’uscita del municipio. “Il consiglio comunale di oggi – dice in una nota Pietro Tidei - ha una agenda seria di soluzioni a problemi seri. L’epoca dalla caccia alle streghe è finita ieri, quando il gup ha rinviato a giudizio il consigliere Roberto Angeletti, l’imprenditore Fabio Quartieri, Fabrizio Fronti e Giuseppe Salomone. Sfascisti senza memoria e senza alcuna considerazione della giustizia, hanno tentato di inscenare una sorta di processo del popolo contro il sindaco che, in nessun modo è imputato, che ha denunciato la corruzione e che ha pagato le conseguenze subendo una campagna diffamatoria e di attacchi sulla sfera privata. L’irresponsabile leggerezza di chi scende in piazza contro la persona e non contro l’avversario politico, contro la città e non a favore della legge, spinto dai sussurri dei bar anziché dalle grida di chi è stato profondamente leso in questa vicenda, conferma che, l’assoluta priorità è il ripristino di una convivenza civile e del senso della legge. Chi oggi grida “dagli all’untore”, ieri saccheggiava i conti comunali fino al dissesto finanziario, preceduto da quello morale”. Tra i contestatori c’era anche il consigliere comunale di opposizione Alina Baciu. “Noi stiamo qui, con gli altri consiglieri di minoranza, ed abbiamo deciso di non entrare nella sala consiliare perché riteniamo che in questo momento particolare sia giusto stare con i cittadini che vogliono fare chiarezza su tutta questa vicenda e fare domande per capire cosa sia successo, visto che la nostra richiesta di fare un consiglio comunale aperto, ancora non è stata presa in considerazione – dice la consigliera - purtroppo si profila un consiglio comunale chiuso dimostrando di voler stare arroccati nel loro fortino mentre noi stiamo in piazza con i cittadini. Sembrava che il 23 si sarebbe dovuto tenere il consiglio comunale richiesto, ma a quanto sembra il presidente del consiglio comunale Minghella non intende tenere una seduta pubblica alla presenza dei cittadini, ma farla a porte chiuse. Noi non vogliamo sapere le cose personali del sindaco, ma abbiamo chiesto il consiglio comunale aperto per trattare altri argomenti, quelli citati dai giornali e cioè le possibili turbative d’asta e i concorsi che sembrerebbero pilotati. Noi vogliamo parlare di questo. Però visto il muro che ha alzato la maggioranza, chiederemo vari consigli comunali in cui tratteremo ogni fatto politicamente rilevante uscito sui giornali”.

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