Un corteo di circa 300 persone ha sfidato il rischio della pioggia e, da piazza del Teatro, ha raggiunto piazza Martiri delle foibe istriane, dove sono stati deposti dei fiori al cippo che ricorda il viterbese Carlo Celestini. Tante le bandiere tricolori, vicine a quelle di Istria e Dalmazia, i labari delle associazioni d’arma e patriottiche e uno striscione verde bianco e rosso lungo dieci metri. La manifestazione patriottica del Giorno del Ricordo, che si è svolta domenica, è stata organizzata dal Comitato 10 Febbraio in collaborazione con il Comune e la Provincia e le Associazioni d’Arma.

Erano presenti, oltre al presidente della Provincia Alessandro Romoli e all’assessore comunale Elena Angiani, anche gli amministratori di altri Comuni della Tuscia, tutti con indossoo la fascia tricolore. Tra le personalità politiche di primo piano, il deputato Mauro Rotelli, il prefetto Gennaro Capo, il generale di Divisione Andrea Di Stasio, comandante dell’Aviazione dell’esercito, il consigliere regionale Daniele Sabatini, il pro Rettore cicario, professor Alvaro Marucci, il presidente del consiglio comunale di Viterbo Marco Ciorba.

Ospite d’onore l’esule da Dignano d’Istria Silvia Stocco, coniugata Moretti, da Gallese. Gli oratori sono stati presentati da Silvano Olmi, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio e dal presidente provinciale Maurizio Federici.

Il presidente della Provincia Alessandro Romoli, nel sottolineare l’importanza del ricordo, ha comunicato di aver ricevuto una mail nella quale gli si chiedeva di non partecipare alla manifestazione. L’assessore Angiani ha invitato i giovani a informarsi e a studiare la storia nazionale, per non ripetere gli errori del passato.

Particolarmente apprezzato l’intervento del prefetto di Viterbo, che ha ripreso le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha lanciato un messaggio di un percorso verso la pacificazione. «Il pensiero deve poi andare a quelle persone che ebbero il coraggio di continuare a pensare con la propria testa – ha detto il prefetto – si fecero guidare dal senso dell’umanità, accolsero gli esuli e diedero loro ospitalità, anche mettendo a rischio la loro stessa vita».

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