Il Trasporto non è una processione ma ha una valenza religiosa. Questa la sintesi della precisazione del vicario del vescovo don Luigi Fabbri a proposito di alcune dichiarazioni rilasciate da monsignor nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto il 17 maggio in Prefettura. Il vescovo Piazza, in quella sede, avrebbe detto che il Trasporto non è una manifestazione religiosa e non ha i criteri e le prescrizioni processionali.

«Il contesto in cui sono state fatte le dichiarazioni riportate è stato quello della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica del 17 maggio u.s. in Prefettura - ricorda don Luigi Fabbri - Quanto dichiarato dal vescovo faceva riferimento alle competenze organizzative dell’evento del 3 settembre, che non sono mai state sotto la diretta responsabilità della Diocesi, ma del Comune di Viterbo, proprietario della Macchina, che consegna ai Facchini, pronta per il Trasporto. La Diocesi, comunque, nel corso degli anni non ha fatto mai mancare il suo specifico apporto alla felice riuscita dell’evento».

Entrando più nel merito della vicenda, il vicario del vescovo sottolinea «tre aspetti che bisogna considerare - dice - per comprendere la particolarità di un evento unico come quello del Trasporto della Macchina di Santa Rosa, riconosciuto dieci anni fa Patrimonio immateriale dell’umanità».

E qui arriva la sottolineatura: «C’è anzitutto l’aspetto religioso, che è evidente e innegabile - dice don Luigi Fabbri - La Macchina – che nella sua struttura è sempre ricca di richiami e simboli che fanno riferimento all’esperienza cristiana e alla figura di Santa Rosa – è pensata, progettata e costruita per portare l’immagine della Santa.

Ma, poi, il Trasporto stesso – pur non essendo propriamente una Processione – ha una profonda valenza religiosa. È Santa Rosa che nella “sua Macchina” viene portata per le vie della Città con devozione e amore grande dai Facchini “di Santa Rosa”, appunto. I Facchini, oltre alle prove di portata, si preparano a questo momento anche spiritualmente. Il giorno precedente il Trasporto sono loro che portano sulle spalle il Cuore di Santa Rosa nella Processione del 2 settembre. Il Trasporto - prosegue don Fabbri - poi è preparato, nel pomeriggio del 3, dai momenti di preghiera nel “giro delle sette Chiese” e, poco prima dell’inizio, dalla benedizione del vescovo nella chiesa di San Sisto e fuori, davanti alla Macchina. A questi momenti quest’anno se ne sono aggiunti altri nei mesi passati: tre catechesi del vescovo ai Facchini nel Santuario di Santa Rosa e la messa che sempre il Vescovo presiederà per i Facchini il 29 agosto. La Macchina poi attraversa la città tra due ali di folla: molti si segnano col segno della Croce, tutti si uniscono al grido “Evviva Santa Rosa”. C’è dunque un clima sereno di festa e di devozione».

Ma non manca il richiamo al folclore. «All’aspetto religioso si unisce – come valore aggiunto – quello folcloristico, che dice riferimento alla tradizione, alla storia e alla cultura del popolo viterbese - dice il vicario - Il folclore religioso è un elemento importante che non va sottovalutato. Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa e la devozione verso la Santa connotano l’identità di Viterbo che, in una ricca varietà di forme e di espressioni, manifesta il suo legame con la sua santa patrona».