«Era una performance artistica, credevo che fosse l’auto del proprietario di un esercizio commerciale della via, mio amico, non sapevo che fosse quella della sindaca».

Così l’uomo che ha “tappezzato” dell’auto della sindaca Frontini, ascoltato in questura ieri mattina dagli agenti della Digos, ha ripetuto la sua versione dei fatti. Una versione che già venerdì pomeriggio aveva dato al suo avvocato, quando era venuto a conoscenza del fatto che un atto vandalico a sfondo sessista era stato perpetrato sulla vettura della sindaca parcheggiata in via Garibaldi. «Non è stato un atto vandalico - aveva detto - voleva essere un gesto artistico fatto volutamente nella serata in cui si festeggia San Valentino per richiamare una situazione amorosa».

Una spiegazione che non ha convinto Chiara Frontini che nelle scorse ore avrebbe sporto denuncia.

«L’uomo, che è stato identificato, ha riferito alla polizia che si trattava in realtà di una performance artistica e che solo per “sfortuna” ha beccato la mia auto - afferma - Ma ci sono dettagli che lasciano presupporre il contrario: per esempio le scarpe da uomo messe dal lato del passeggero. Mio marito non guida». Venerdì mattina la prinma cittadina ha trovato i finestrini dell’auto tappezzati di giornali, sulle portiere il cartello “do not distrurb” e in strada, dal lato del conducente scarpe con i tacchi a spillo e slip da donna rossi.

Per la sindaca: «tentare di giustificare l’espressione di una certa mentalità con il termine performance e poi difenderla con lo scudo della rappresentazione artistica è oggettivamente imbarazzante. Un fatto è certo: che nelle ultime settimane si sono inanellati una sequenza di atti e fatti deliberatamente volti a minare la mia serenità personale e quella dell’azione di governo di questa amministrazione. Riunioni del movimento registrate e date alla stampa, frasi e parole distorte e decontestualizzate, telenovele a puntate e ora questo atto vandalico per raccontare l’immagine di una donna, di una rappresentante delle istituzioni diversa da quella che sono. Una goccia cinese - ha aggiunto la sindaca - che ha l’obiettivo di screditarci e farci guardare le spalle da chi ci dovremmo fidare, per cosa? Per sfiancarci, sfiduciarci, per tentare di spegnere la luce che ha animato questi anni e gli ultimi 19 mesi? La notizia è che non ci spegnerete nè l’entusiasmo nè l’amore per questa città e continueremo a guidarla seguendo il programma sostenuto dai cittadini».

Intanto alla sindaca continuano ad arrivare attestazioni di solidarietà.

«Derubricare a “performance artistica” o a “installazione artistica sulla macchina sbagliata” quanto accaduto ieri ai danni della sindaca Chiara Frontini non è solo sbagliato, ma è anche e soprattutto pericoloso - dicono Andrea De Simone e Michael Del Moro, segretario e presidente provinciali di Confartigianato - Perché così si rischia di innescare un imprudente circolo vizioso di emulazione. Gli artigiani che rappresentiamo sono parenti stretti degli artisti, quindi lungi da noi non riconoscere il valore della libertà di espressione attraverso l’estro e la creatività. Ma entrare a gamba tesa in questo modo nella sfera personale di una donna, una donna che rappresenta le istituzioni, va molto oltre la creatività e la libera espressione, perché non tutto può essere giustificato come “arte”. O, peggio ancora, come leggerezza, come euforica goliardia. Serve, invece, una netta condanna. Perché girarsi dall’altra parte e voler far finta di non vedere è ciò che più alimenta la banalità del male».