Resta alta l’attenzione del Comando provinciale dei carabinieri contro la violenza di genere tanto che, negli ultimi tre mesi, sono stati organizzati seminari specifici per aggiornare e potenziare la professionalità del personale sul territorio. Un’iniziativa voluta fortemente dal comandante Massimo Friano, che mira a garantire un intervento sempre più efficace a favore delle vittime.

Il primo ciclo di corsi formativi si era svolto nel 2023 e aveva coinvolto i comandanti di stazione e il personale investigativo delle cinque compagnie territoriali di Viterbo, Civita Castellana, Montefiascone, Tuscania e Ronciglione. Il secondo ciclo, iniziato ad aprile e conclusosi dopo il 210° anniversario dell’istituzione della Benemerita, ha visto la partecipazione di 99 militari provenienti da tutti i reparti territoriali della Tuscia. Gli incontri formativi sono stati tenuti da sottufficiali specializzati, referenti della Rete nazionale di monitoraggio sulla violenza di genere, dall’avvocato Rosita Ponticiello, dalla psicologa Dalila Corsini e dalla direttrice del centro antiviolenza “Penelope”, dottoressa Marta Nori. Gli argomenti trattati hanno spaziato dalla definizione stessa di violenza di genere agli stereotipi e pregiudizi ad essa connessi, fino alle recenti modifiche normative introdotte dal legislatore sul Codice Rosso.

«Particolare attenzione è stata data alla condizione di vulnerabilità delle vittime e alla cosiddetta “vittimizzazione secondaria” - spiegano dal Comando provinciale - ovvero quel processo psicologico che porta le vittime a non denunciare o a parlare delle violenze subite a causa di atteggiamenti e condizionamenti esterni. Questo aspetto è cruciale per garantire che ogni presidio dell’Arma possa offrire empatia, comprensione e solidarietà alle vittime che si rivolgono ad esso». L’impegno dei carabinieri nella Tuscia è testimoniato dai numeri: nel 2023 sono state svolte indagini per 82 casi di maltrattamenti in famiglia, 45 di stalking, 17 violenze sessuali (di cui 3 nei confronti di minorenni), 5 sono stati i casi di revenge porn; a corollario di tali reati, vi sono stati 45 casi di lesioni personali, 7 di percosse, 23 le minacce. 17 autori sono stati arrestati in flagranza di reato, 2 sono stati allontanati d’urgenza dalla casa familiare.

L’autorità giudiziaria, alla quale è assicurato uno straordinario rapporto di collaborazione, a seguito dello svolgimento delle indagini, ha emesso 6 misure cautelari in carcere; 4 agli arresti domiciliari; 9 allontanamenti dalla casa familiare; 19 divieti di avvicinamento alle persone offese con controllo elettronico; 180 sono state le persone deferite in stato di libertà; 3 i ritiri cautelativi di armi.

Nell’anno in corso l’impegno è ulteriormente aumentato: da gennaio a fine maggio i carabinieri hanno proceduto per 72 casi di maltrattamenti in famiglia; 31 quelli di stalking; 5 violenze sessuali di cui 2 in danno di minorenni; 1 caso di revenge porn; 1 tentato omicidio; 1 interruzione colposa di gravidanza; 1 caso di costrizione al matrimonio; 9 lesioni; 7 minacce. In totale 14 sono le persone tratte in arresto in flagranza di reato, 101 quelle deferite in stato di libertà; 2 allontanate d’urgenza dalla casa familiare; sono state eseguite 34 ordinanze, di cui 2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari; 11 allontanamenti dalla casa familiare e 19 divieti di avvicinamento alle persone offese con applicazione del “braccialetto” elettronico.

L’incidenza di quesiti numeri spiega l’esigenza sentita dall’arma, chiamata ad operare in prima linea, a farsi trovare sempre pronta e vigile per far si che cittadini di ogni piccola comunità possano trovare nei loro presidi di prossimità, vale a dire in ognuna delle 56 stazioni carabinieri, personale competente e preparato come oggi viene richiesto” si legge ancora nella nota dei militari.

L’avvocato Ponticiello ha sottolineato l’importanza «di una formazione specifica e della cooperazione tra tutti gli operatori per offrire una protezione puntuale e concreta alle donne vittime di violenza», ringraziando l’Arma dei carabinieri per la sensibilità e la competenza dimostrata.

Il colonnello Friano ha ribadito che il punto di forza dell’Arma «è l’ascolto e la facile individuazione delle situazioni di disagio, grazie alla presenza capillare dei presidi in quasi ogni comune della provincia. L’obiettivo - ha aggiunto - è garantire una concreta presa in carico della vittima, stimolando la sensibilità operativa dei carabinieri e attivando concreti rapporti di collaborazione con tutti gli attori istituzionali locali coinvolti nella prevenzione e gestione dei casi di violenza».

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