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CIVITAVECCHIA – Urla e botte in piena notte, una chiamata al 112, le sirene delle volanti che si fiondano sul posto, il fuggi fuggi generale e come sempre la relazione di fine servizio che racconta di una Civitavecchia violenta anche quando l’estate finisce e la movida si riduce a sporadici assembramenti nel fine settimana. Questo in sintesi la prima parte dei fatti accaduti tra sabato e domenica sul lungomare, dove la Polizia è intervenuta a seguito di una segnalazione che parlava di una rissa tra una ventina di persone. All’arrivo degli agenti però l’allarme era rientrato: sul mattonato i segni evidenti di una violenta colluttazione tra un elevato numero di persone, nei dintorni nessuna testimonianza di valore. I poliziotti hanno effettuato un accurato sopralluogo, raccolto informazioni utili, relazionato sui fatti segnalati poco prima al numero unico per le emergenze. E si è chiusa così la prima parte del caso, in attesa di quella successiva. Perché c’è anche una seconda parte della storia, molto più ingarbugliata e meritevole di attenzioni investigative. Fra le tracce della violenta disputa, una in particolare ha catturato l’attenzione degli agenti del commissariato di viale della Vittoria: la presenza sul posto di un 24enne Algerino colpito ripetutamente con calci e pugni, dal volto tumefatto e dai denti rotti. Necessario l’intervento sul lungomare di un’ambulanza del 118 che ha trasportato il ferito all’ospedale San Paolo. Il giovane, una volta medicato, è tornato a casa senza fornire agli inquirenti informazioni utili all’identificazione dei soggetti coinvolti nella rissa. Poliziotti al lavoro per stabilire un nesso tra l’intervento per rissa e il pestaggio subito dal nordafricano; c’è chi parla di circa venti persone coinvolte nella zuffa, chi neppure è sicuro che la vittima presenterà denuncia.