LADISPOLI - Un mazzo di fiori sotto la targa intitolata a Domenico Santi, detto "Memmo". A celebrare il ladispolano partigiano del "no", il partito democratico ladispolano. "Memmo", nonno materno di Federico Ascani, esponente del Pd locale, perse l'uso della gamba destra ma la menomazione - avevano raccontato i dem - non gli impedì di muoversi con una bicicletta monopedale. «E fu proprio con quel mezzo, insolito nella sua diversità, apparentemente innocuo ma che in realtà celava dei nascondigli, che prestò il suo impegno nella Resistenza operando come staffetta. Pedalava sfidando le spie, sfidando i tentacoli polizieschi sotto il segno della svastica e la feroce occupazione dell’esercito del Terzo Reich lungo il nostro litorale. “Memmo” faceva l’andirivieni tra Palo e Ceri, dove la famiglia era sfollata, per consegnare alle formazioni partigiane del territorio l’Unità clandestina e i ciclostili; tutto materiale pericoloso per chi ne veniva trovato in possesso e che arrivava alla Stazione di Palo».

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