LADISPOLI – Chiesa gremita e tanta commozione nella parrocchia Santa Maria del Rosario a Ladispoli per i funerali di Massimo Pietroni, il buttafuori 47enne ucciso da tre colpi di pistola nella discoteca Sunrise Ranch di Santa Severa, nella notte del 19 gennaio scorso. Colpi sparati dal pregiudicato santamarinellese Stefano Frignani, subito arrestato. La bara di Pietroni era coperta di fiori, foto, lettere, e la sciarpa della juve, la sua squadra del cuore. Tutta la cittadina balneare e la popolazione dei comuni limitrofi si sono riuniti intorno al dolore della famiglia, per ricordare l’amico ‘‘Massimone’’ che riusciva a coniugare la durezza del suo aspetto con la bontà del suo animo e i suoi gesti. Il feretro portato a spalla dai suoi amici è entrato in chiesa accolto da un grande applauso. «L’ultima parola per questo grande uomo non deve essere ingiustizia o violenza – recita il prete nell’omelia - ma amore, l’amore che lui ha donato in vita ai parenti, agli amici, ai bambini che accompagnava ogni giorno a scuola». Ai primi banchi la famiglia, i figli stretti in un abbraccio, le autorità comunali, il vice sindaco Marco Pierini, l’assessore all’urbanistica Santino Esigibili, Niccolò Accardo, dirigente scolastico, e i corpi delle forze dell’ordine, carabinieri e polizia municipale. Tante lacrime tra le mamme della scuola Giovanni Falcone di via Castellamare di Ladispoli, dove Massimo faceva il bidello da 15 anni. «I nostri figli lo adoravano con quei muscoli possenti, per loro era un eroe dei cartoniFUNERALI animati, il Rambo della scuola, che aveva sempre un sorriso per tutti». Anche il dirigente scolastico Accardo si unisce al dolore del circolo didattico. Misto di lacrime e rabbia tra gli amici, per una morte violenta e immotivata. Massimo di giorno era il bidello della scuola elementare, di notte per arrotondare lo stipendio e arrivare a fine mese, metteva la giacca nera, l’auricolare e si trasformava nel buttafuori più conosciuto delle discoteche del litorale. Alla fine della celebrazione della funzione, il prete ha lasciato la parola alle gente, gli amici più cari gli hanno dedicato una lettera per ricordare «la partite di calcio al mare fino al tramonto, gli allenamenti in palestra, l’allegria di un uomo leale, estroverso e onesto». «Ci manca la sua presenza a scuola - commentano le maestre - è riuscito a farsi amare e non con la forza delle sue braccia, ma con la forza del suo cuore». Tra le tante persone che riempivano la parrocchia, tanti bambini, con una rosa blu tra le mani, per salutare il loro Big Jim. I meno vergognosi sono saliti sull’altare e hanno recitato filastrocche al microfono. «Gli uomini come te non muoiono mai - hanno poi urlato gli amici fuori dalla chiesa, mentre il carro funebre si allontanava - Ciao Massimone». E il silenzio si è rotto da un ultimo grande applauso.
Stef. Vign.